Università un po’ qua un po’ là: nessuno ci sta’

Il Comune rilancia il nuovo duopolio Pentima e centro cittadino ma è sempre più crollo iscrizioni

TERNI – L’ amministrazione di Stefano Bandecchi fa sapere che l’università degli studi di Perugia a Pentima è un boccone amaro. Da ingoiare. Perché non si possono mandare dispersi i 20 milioni messi in campo dalla Regione Umbria che su Pentima, insieme alla precedente amministrazione Latini, invece ci crede.
Il sogno dell’ amministrazione Bandecchi è l’ università in centro. Una situazione tutta da costruire.
Ma intanto la giunta Bandecchi rilancia i dati sulle immatricolazione universitarie a Terni. Dati da pianto. Perché le cifre dicono che – al di là dei grandi dibattiti sulle sedi- i numeri sugli studenti sono davvero piccoli.


È un comunicato congiunto degli assessori all’ Ambiente e alla Scuola che sigla la pace interna alla giunta e che rilancia il fronte con l’opposizione: «Il centrodestra, dopo aver fritto aria per cinque anni, preferisce ancora menare il can, immaginando inesistenti divisioni in seno alla nuova maggioranza. Bisognerebbe innanzitutto – dichiarano Mascia Aniello e Viviana Altamura – chiedersi di quale università parliamo, essendo ormai osservabile col binocolo il numero degli immatricolati a Terni: 6.000 a inizio secolo, 2.500 nel 2013, 1.500 nel 2017. E oggi, dopo la ‘cura’ Latini-Tesei, appena 800».
Le due amministratrici continuano a dire che Pentima non è un paradiso: «Rispetto all’esteso negazionismo ambientale che precede l’era Bandecchi, per la prima volta nella storia di Terni, un sindaco e la sua giunta si esprimono molto chiaramente su dati scientifici, ormai stranoti, e, soprattutto, sui responsabili dello stato attuale. Siamo convinte del fatto che pianificare un polo universitario a pochi metri dai forni fusori dell’acciaieria rappresenti una visione novecentesca della città, un’idea più ottusa che innovativa, frutto di un retaggio culturale lontano dal nostro. Conseguentemente la nuova giunta comunale ha detto e ribadito la sua, non potendo far altro che sollevare un dibattito pubblico su quanto già imposto dalla Regione, ente che, ancora una volta, si rivela capace di scelte incomprensibili e affatto utili a ridurre il gap tra i territori. Infatti, anziché riversare risorse enormi su aree del genere, una simile leva finanziaria –ben 20 milioni di euro- poteva essere investita assai più utilmente nel centro storico o in zone significative della città, generando vero valore a lungo termine e sicuro sviluppo per Terni. D’altronde è male cronico dell’Umbria e dell’Italia quello di impiegare spesso in modo assurdo risorse europee e pure quelle miliardarie del PNRR, dando vita a discutibili progettualità».
Basterà il dibattito centro o Pentima per superare almeno mille iscritti?

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