di ELENA CECCONELLI
TERNI – Personaggi sportivi, noti e meno noti, che con il loro impegno, passione, rigore e voglia di fare hanno lanciato Terni a livello nazionale, ma anche internazionale. Non solo calciatori, ma pugili, schermitori, allenatori, ciclisti che hanno cambiato la storia e ne hanno scritta un’altra. Una storia dietro una storia, fino ad arrivare ad un intreccio di vari racconti, tutti uniti dal filo conduttore costituito dalla conca ternana. Una città che ha spinto l’autore del libro, Stefano Lupi, ad ammirare non solo quanti si sono spesi per una determinata causa, ma anche la città di Terni. E proprio lo stesso autore ha colto l’occasione della scrittura e della stesura della sua opera come un momento per riflettere sulla vita: « Il ciclismo diventa una metafora dell’esistenza, fatta di frenate improvvise, brusche, improvvise accelerazioni, successi, sconfitte, tattiche».
Stefano Lupi racconta il suo prodotto: « Si tratta di un lavoro di diversi anni, ho svolto un’attività di ricerca continua, ho raccolto molto materiale. Infatti il libro è la somma di una serie di articoli scritti negli anni scorsi, che ho assemblato tra loro, cercando di dar un filo conduttore, che è quello della valutazione dell’esperienza di sportivi noti e meno noti, mettendo in relazione le loro storie con quelle di altre storie. Il libro si sviluppa nell’arco temporale del’900 e trova il suo campo naturale nel vecchio stadio di viale Brin di Terni, chiamato “La pista”. Un campo di calcio futuristico per l’epoca, essendo composto da un velodromo e da un campo di calcio. Le storie sono unite in un unico boato che celebra i successi non solo calcistici,ma anche pugilato, motociclismo, celebra le esaltazioni del risultato sportivo insieme al benessere delle fabbriche, così come dall’unione tra la fabbrica e sport ci si consumano anche i drammi della città. I personaggi sono tutti portatori di storie particolari che si intrecciano tra loro».
L’autore cita qualche personaggio presente nell’opera: « Si parte con il primo racconto che è 900 e riguarda il ginnasta Camillo Pavanello, ternano di nascita, che va a Parigi nella seconda olimpiade, nel periodo in cui a Parigi vi era il boom di manifestazioni, perché si celebrava anche l’esposizione universale. Ma la sua partecipazione ai giochi olimpici dell’era moderna non fu festeggiata, nè tanto meno riconosciuta perché intanto era lutto nazionale per l’assassinio del re Umberto I di Savoia, che segna l’inizio di una nuova storia. Un’altra storia riguarda Amleto Falcinelli che si scontrò contro un pugile ebreo, Salamo Arouch, che venne rinchiuso in un campo di concentramento e le guardie tedesche tenevano scontri tra detenuti e chi perdeva veniva mandato nelle camere a gas, chi vinceva una scodella di minestra in più. Salamo portava con sé l’amarezza di vincere sapendo che condannava intanto i suoi avversari. In un campo di concentramento Salamo incontrò una sua concittadina, Marta Yechiel, con cui vanno a Tel Aviv e e diventa campione anche là ed è imbattibile, tranne quando, appunto, incontro il pugile italiano, il ternano, Amleto Falcinelli. Poi cito storie come quella di Liberati, Borzacchini ma non dal punto di vista dei risultati ma dal fatto che hanno scritto con la loro vita delle storie che si sono intrecciate ad altre storie, nate dal grembo della nostra città. Non ho potuto non citare un bellissimo gesto compiuto da Ferdinando Creonti che a sue spese ha risanato il bilancio del Comune di Acquasparta e mi ha stupito vedere e sapere che un personaggio di questo calibro, che di sua tasca ha aiutato la comunità, non ha neanche una targa o una via dedicata. Nonostante si sia messo a servizio della comunità, noi ce ne siamo dimenticati».
Insomma un’opera densa di storia, di storie appunto, che parlano non solo di Terni ma dell’intero mondo e di come alcuni personaggi si siano distinti non solo a livello sportivo ma anche umanamente. Un po’ come lo stesso autore del libro, Stefano Lupi, dà sempre a disposizione della città di Terni, tra la presidenza della Confcommercio e attivo sostenitore non solo delle attività commerciali ma anche culturali, come è accaduto con Cavourart, certo e sicuro che la cultura possa aiutare a sostenere l’economia ma anche il cuore della cittadinanza, cercando sempre di frapporsi tra “la strada e la luna” in quella “salita e discesa” che è la vita, senza mai demordere, ma rimboccandosi le maniche e aiutare il prossimo.



