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Sanità, finiti i polveroni restano i territori umbri soddisfatti e Terni che può riequilibrare

SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | La Giunta Tesei coglie il risultato col via libera del Ministero della Salute. Una partita in piedi dal 2016. L’opposizione spara a salve (e Bandecchi bagna le polveri di Corridore)

DI MARCO BRUNACCI

PERUGIA – Umbria7 ha atteso che si diradasse la nebbia dopo i tric trac e i fuochi d’artificio esplosi dall’opposizione sul decreto sanità. E adesso spiega perché è stata persa un’altra occasione per elevare il livello del dibattito con la maggioranza nell’esclusivo interesse dell’Umbria.
I fatti.

È successo che la Regione Umbria, a guida Tesei, assessore al ramo Coletto, decide con una delibera di dare un verso alla sanità regionale come quadro generale e programmazione.
Non l’invenzione della ruota, per essere chiari, ma la risposta della Regione al Dl 70 (con successivi cambiamenti della situazione) che è del 2016.
La Giunta Tesei riesce, dopo 10 mesi di interlocuzioni (troppi? Forse, ma il risultato è quello che conta) col Governo ad avere il via libera su:
Nuovi posti letto ospedalieri, secondo le indicazioni della normativa antiCovid.
Il riequilibrio territoriale tra Perugia e Terni, con stadio-clinica e 80 posti letto convenzionati in più e 562 pubblici.
Il Terzo Polo (su due gambe) per Foligno-Spoleto.
Un ospedale rafforzato a Norcia in quanto zona disagiata.
Un pronto soccorso h24 a Castiglion del lago più 20 posti letto a Città della Pieve.
9 posti letto in più all’Istituto Valtiberino di Umbertide.
Cosa si deve concludere?
Che i territori hanno ottenuto quel che serve per essere soddisfatti.
Che Sisti, sindaco di Spoleto, che fa ricorso al Tar, combatte una battaglia contro il bene comune e anche contro Spoleto, perché la strada scelta dalla Regione è l’unica in grado di salvare il suo presidio ospedaliero.
Che Terni può essere solo contento di quel che è stato scelto sempre che il Comune faccia prestissimo il bando per lo stadio-clinica. O anche solo per la clinica. Ma in fretta.
E Terni deve saper utilizzare anche i 42 posti letto privati concessi dalla Regione. Qui lo Stato non c’entra perché ai cittadini non costano nulla e la scelta è presa nell’ottica del riequilibrio.
Di fronte a tutto questo la maggioranza festeggia come giusto che sia, ma la minoranza spara come un Fantozzi che ha perso il controllo del fucile.
L’effetto è un gran polverone, ma alla fine con un risultato da gag comica. A Terni Corridore ha armato la colubrina e Bandecchi gli ha bagnato le polveri mentre sparacchiava.
Eppure si poteva dire che il decreto non era niente di trascendentale. Che qualcosa di simile aveva immaginato anche il centrosinistra. Che si poteva fare più in fretta. Che si poteva mettere tutto questo in un organico Piano sanitario.
Oppure si poteva fare l’obiezione vera: com’e’ che non si riescono a far partire le nuove Aziende universitarie-ospedaliere a Perugia e a Terni tante volte annunciate insieme col rettore Oliviero?
Conclusione: Tesei e i suoi segnano due punti e non solo uno mentre la minoranza spara a salve sul fatto che il parere del Ministero non è consultabile, quando Corridore lo ha postato su Facebook.
Ps. Invece sugli scenari che si aprono per Terni torneremo.

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