TERNI – Lo storico quartiere popolare, vicino alla basilica di San Valentino, denominato “Shanghai” sta per essere smantellato. Al suo posto ci saranno nuovi parcheggi, nuove piazze e nuovi appartamenti. Un restyling per un valore di 14 milioni di euro che rientra nel progetto “Terni: rigenerare San Valentino”. Addio al vecchio aspetto per dar spazio ad un ambiente più moderno e dedicato all’aggregazione.
Stando al piano dei lavori prestabilito, la prima fase dovrebbe riguardare la demolizione di tre fabbricati esistenti, con la realizzazione di due nuovi edifici, che contano 33 posti, insieme ad attività di interesse pubblico e culturale.
Per quanto riguardi la possibilità di sosta, sarà realizzato un parcheggio interrato con 50 posti auto.
Nelle fasi seguente al via la riqualificazione degli spazi esterni del quartiere. L’anno scorso erano stati effettuati dei sopralluoghi nel quartiere e colloqui con i residenti per comprendere e analizzare gli aspetti della vita sociale degli abitanti e dallo studio era emerso che il quartiere ha una condizione urbanistica particolare perché costituisce una sorta di isola, raggiungibile solo da due ponti e per anni il luogo ha sofferto per diversi anni un profondo stato di crisi e di degrado, oltre che di abbandono di parte della popolazione residente.
Sulla questione ha preso parola anche l’assessore regionale alle infrastrutture trasporti e mobilità urbana, Enrico Melasecche: «Parlare del quartiere Ater di San Lucio – evoca decenni di polemiche, di proteste, di critiche, in parte forse motivate in parte meno, sulla genesi di un quartiere di edilizia residenziale pubblica che ha dato una risposta importante alle esigenze di questi decenni, ma per la tipologia degli edifici e per la socialità che vi si è sviluppata ha anche creato una sorta di ghetto, senza negozi, con poco verde non ben distribuito, senza garage interrati, senza luoghi per la socializzazione, in sostanza il classico quartiere dormitorio. Peraltro – evidenzia – a pochi metri dalla Basilica del Santo degli innamorati senza un minimo riferimento a quella importante presenza».


