TERNI – Mark Kostabi si ferma alla GC2 Contemporary fino al 21 aprile. Si fermano le testimonianze del suo legame con la città di San Valentino di cui è ambasciatore nel mondo. Le sue opere prime, 13, che per tutto il mese di febbraio ha lasciato esposte nella cioccolateria del suo amico Luca Calvani, e 15 dei multipli che i commercianti di corso Vecchio e di via de Tribunale hanno messo in vetrina.
«La mostra “Picking up the Pieces”, un commovente ritorno a casa – dichiara Lorenzo Barbaresi – ricomponendo i frammenti degli anni trascorsi a Terni, dalla posa della sua scultura “Abbraccio eterno” in Largo Villa Glori, che ha immediatamente conquistato l’attenzione diventando un’icona artistica urbana distintiva per la nostra città». «L’iniziativa fa seguito all’evento promosso in collaborazione con la cioccolateria Calvani – conferma Barbaresi – nel quale le vetrine dei negozi di via hanno dato vita ad una sorta di mostra diffusa in occasione dei festeggiamenti valentiniani». Alla GC2 le figure senza volto e senza indicazione di razza o religione: il marchio distintivo dell’arte di Kostabi. «Queste immagini – spiega il gallerista – intrise di un profondo sapore metafisico, hanno radici nella sua esperienza presso la Factory di New York, dove Kostabi è stato riconosciuto come il miglior artista dell’East Side, contribuendo così alla fondazione dell’arte contemporanea. Questo momento cruciale ha rivoluzionato la diffusione e la commercializzazione dell’arte, un’idea inizialmente concepita e poi messa in atto da Andy Warhol». «Quando ero studente alla California State University di Fullerton, in California, ho esplorato vari stili artistici – racconta Kostabi in persona – dalla figurativa al minimalismo, fino alla concezione concettuale. Mi hanno elogiato, ma sentivo che il mio linguaggio artistico non si trovava in quei canoni già esistenti, già ampiamente documentati nella storia dell’arte. È stato quando ho iniziato a fare semplici scarabocchi davanti a opere di grandi maestri come Caravaggio e Botticelli che ho scoperto il mio timbro, il mio stile unico. Col tempo, quegli scarabocchi si sono evoluti, diventando più elaborati e imponenti, fino a riempire fogli di 400 metri. La gente desidera identificarsi nell’arte e, per farlo, è preferibile non vedere volti, colori della pelle o espressioni facciali. Forse è un richiamo a De Chirico, ma solo in modo sottile: nei miei dipinti non c’è malinconia metafisica, ma piuttosto messaggi più immediati, sociali e accessibili».
Mark Kostabi, a Terni sempre più spesso e sempre più spesso in corso Vecchio dove oltre a Luca Calvani ha stretto un legame fraterno con l’antiquario Giuseppe Bulzomì, ha inaugurato la mostra alla GC2 a modo suo. In musica. Un concerto in galleria con il fratello Paul, il leggendario chitarrista e creatore dei White Zombie, Tony Espoito.





