di ELENA CECCONELLI
TERNI – Cesare Cremonini cantava “La nuova stella di Broadway”. E in Umbria ne abbiamo una che sta letteralmente brillando. Si tratta del 28enne Antonio Mandosi, originario di Calvi dell’Umbria e con un percorso professionale alle spalle già da far invidia. Non solo ha fatto parte, con orgoglio, della banda musicale del suo paese, portando avanti una tradizione secolare, ma è prima tomba nell’orchestra del celebre musical West Side Story di Broadway, con cui ha calcato i palcoscenici europei e mondiali. E ora volerà a New York per intraprendere nuovi percorsi di studi. Antonio afferma, infatti: «Voglio approfondire il mondo del musical e perfezionarmi, fino a realizzare il mio sogno nel cassetto di diventare diventare la prima parte o comunque trombettista di un teatro d’opera».
Il giovane trombettista racconta come ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo della musica e com’è nata la sua passione: «Mi sono avvicinato alla musica quando avevo 3 anni. A mamma regalarono un cd di Mozart e io iniziai ad ascoltarlo senza sosta. A 7 anni espressi la volontà di studiare presso la banda del paese, di Calvi dell’Umbria. In seguito mi sono laureato al conservatorio Briccialdi di Terni».
«L’esperienza con l’orchestra West Side Story è arrivata per caso – spiega Antonio – perché il precedente trombettista del musical è un mio amico, che per questioni familiari non ha potuto continuare con il tour e ha dovuto fare dei nominativi per sostituirlo. Io feci l’audizione nel 2019 e venni selezionato come seconda tromba. Il tour poi è stato fermo per il covid e quando è riiniziato nel 2022 aveva un assetto diverso. Dunque, feci l’audizione per la prima tromba, questa andò molto bene, tanto che mi fu assegnato questo ruolo».
Antonio Mandosi con la sua equipe ha viaggiato per circa due anni non solo in Europa ma in tutto il mondo. Esperienza di cui Antonio ancora oggi è molto emozionato e che ricorda con estremo piacere, elencando i maggior teatri che lo hanno suggestionato: «Uno tra tutti sicuramente è il teatro di Dubai. Poter dire di aver seduto dove sono stati i musicisti di livello mondiale è un motivo di orgoglio. Un altro teatro è il Festspielhaus Baden-Baden. È stato bellissimo poter parlare con musicisti di tutto il mondo, non solo tramite la lingua convenzionale ma attraverso la lingua universale che per noi è la musica».
Antonio non dimentica da dove proviene e sottolinea ai giovani che come lui vogliano intraprendere questo percorso di: «Ricordare sempre le proprie origini. Io vengo da un contesto musicale che è stato quello che mi ha dato la possibilità di avvicinarmi alla musica. A questo va aggiunto l’impegno costante tanto studio, perché non esistono scorciatoie. Bisogna perseverare e crederci fino in fondo».






