Cantamaggio, sfila la polemica. Sui carri neanche un centesimo pubblico

Il Comune di Terni attacca la Regione. Le opposizioni se la prendono con il Comune. L’ Ente Cantamaggio: «In qualche modo faremo»

TERNI – Non si placa la polemica sul finanziamento dei carri di maggio. Sei carri che i maggiaioli stanno allestendo pur non avendo certezze sui finanziamenti. Uno sforzo basato tutto sul volontariato e sulla generosità degli sponsor, ad iniziare dalla Fondazione Carit. Al momento non c’è un centesimo di finanziamenti pubblici. Si attendono da settimane i 50mila euro provenienti dai canoni idrici. Ma la Regione dell’ Umbria tiene da tempo bloccati i due milioni e 600mila euro di risarcimenti per lo sfruttamento delle risorse idriche ai fini energetici. Il Comune ha più volte sollecitato l’ apertura dei cordoni della borsa dicendo che quei soldi, oltre per tante altre cose, servono anche per il Cantamaggio.
Ma le opposizioni che siedono in consiglio comunale fanno notare che l’ amministrazione Bandecchi sta aspettando solo i soldi della Regione. Di suo non ci mette niente. Le amministrazione di centrodestra integravano con risorse proprie: 20mila euro l’ anno. Risorse che in questo momento ai maggiaioli servirebbero come il pane in quanto hanno anticipato almeno 7 mila euro a carro per acquistare i materiali. Il Comune ha già fatto sapere che non attingerà alle proprie casse ma che attende i soldi in entrata della Regione.
Il presidente dell’ ente Cantamaggio Maurizio Castellani nelle ultime ore ha rassicurato sull’uscita dei carri: «Non possiamo certo lavorare al meglio, non possiamo dare al Cantamaggio il lustro che merita. L’ incertezza economica pesa troppo. Ma i carri usciranno. Sono mesi che ci stiamo lavorando. Poi in qualche modo pagheremo tutto quello che c’è da saldare».

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