Su Palasport e Fontana la Fondazione Carit va all’ attacco

Sottolineati i rilevanti contributi. Richiesto il mantenimento degli impegni

TERNI – Sul Palasport e sulla Fontana di Piazza Tacito la Fondazione Carit non ci sta. E fa sentire la sua voce anche a fronte del suo rilevante impegno economico: due milioni per l’ impianto sportivo,  830mila euro per la Fontana monumentale dello Zodiaco.

Non solo una questione economica.  La Fondazione è fermamente convinta che il Palazzetto sia una struttura che possa dare molto alla Terni sportiva e turistica, così come l’ impianto idraulico di Ridolfi è il monumento simbolo della Terni delle acque e dell’industria del Novecento.

Il presidente Carlini nell’ ambito della conferenza stampa di presentazione del bilancio consuntivo del 2023,  ha toccato entrambi i temi. Poche e chiare parole.

Sul Palasport: «La questione è spinosa. La Fondazione Carit ha messo sul piatto 2 milioni di euro ad oggi accantonati fra i residui passivi. Ci stiamo muovendo su due binari. Uno è

quello della rendicontazione relativa alla parte di nostra competenza, come impianti, arredi, attrezzature. Che non è completata. E proviamo un certo disappunto nel vedere le gradinate ancora senza sedute (previste, ndr).  L’altro è quello contrattuale. Ad oggi non abbiamo ancora la disponibilità dei cinque giorni riservati alla Fondazione Carit che, peraltro, vorremmo poter utilizzare per la prossima edizione di Umbria Jazz a Terni. A settembre. Non ci sono neppure le tariffe agevolate per le associazioni sportive del territorio e né c’è il nostro logo  all’esterno dell’impianto. Che dire: la volontà di concludere questa partita da parte nostra c’è. Vwediamo cosa succede».

Sulla Fontana: «Il nostro contributo, dagli iniziali 250mila euro è stato di 830mila. Questo perché la Soprintendenza ha voluto riprodurre il mosaico di Cagli. Ma non mi spiego il disinteresse di oggi per quello stesso mosaico. La fontana è spenta per interventi di manutenzione che non conosciamo. Ma non mi capacito di come la Soprintendenza possa stare a guardare senza dire niente».

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