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A Ponte San Giovanni parte la ricostruzione. Scoccia: «Ora famiglie e non criminalità e degrado»

Nel cantiere dei palazzi della vergogna sono terminate le demolizioni. La consigliera di Perugia: «Dalla giunta ci aspettiamo impegno e responsabilità»

PERUGIA – «A Ponte San Giovanni è partita la ricostruzione: laddove c’erano i palazzi della vergogna sorgeranno circa 40 appartamenti per famiglie, un asilo nido, giardini e spazi per la socialità tra cui un parco della musica e una zona per la formazione dei ragazzi. Il progetto mandato in porto dalla precedente amministrazione comunale risponde realmente al bisogno di rigenerazione urbana della città». È quanto si legge in un comunicato stampa della consigliera comunale di Perugia, Margherita Scoccia, che nella precedente consiliatura, da assessore all’urbanistica, ha avuto un ruolo determinante nel recupero dell’area ex Palazzetti-Margaritelli.

«È stato un progetto complesso portato avanti insieme ai cittadini – spiega Scoccia -. Non ci dimentichiamo che secondo le inchieste della Direzione distrettuale antimafia in questi cantieri la camorra, più nello specifico il clan dei Casalesi, nel 2011 aveva provato a riciclare il denaro sporco proveniente dal traffico di droga e dal racket. Ricordo molto bene lo stato di degrado e di abbandono in cui versava il cosiddetto Hotel Gomorra, un alveare di 200 miniappartamenti con criteri di sicurezza inesistenti, copertoni a terra, le bottiglie di vetro spaccate e le tracce di sangue. Nel corso di un sopralluogo insieme alla polizia nei sotterranei abbiamo notato le corde legate attorno a quattro colonne per un ring improvvisato nel quale, mi venne detto, con ogni probabilità si svolgevano incontri clandestini». Prosegue Scoccia: «Serviva una risposta chiara ed eloquente a Ponte San Giovanni e alla città, tutto ciò è stato possibile grazie all’impegno della vecchia giunta e alla collaborazione di Ater con cui per anni abbiamo avuto confronti quotidiani. Con sacrificio abbiamo acquisito l’area, ripensando un sistema di qualità dell’abitare che sapesse guardare al futuro, siamo riusciti a farci finanziare il progetto attraverso i fondi del Pnrr e ora, terminate le demolizioni con le ruspe, è finalmente iniziata la ricostruzione che risponde in termini reali all’esigenza di rigenerazione della città. Le nostre scelte sono state orientate da questa visione».

«Maggiori investimenti da fronteggiare? Il progetto richiede altre spese ma questo nei cantieri accade molto spesso, è sufficiente rifare il bagno di casa per accorgersene – dice Scoccia -. In questo scempio sono emerse ulteriori criticità inaspettate e imprevedibili per tutti, perfino per i progettisti di Ater. L’azienda, comunque, si è fatta carico dei costi senza farli ricadere sul Comune di Perugia».

Conclude la consigliera di opposizione Margherita Scoccia: «Non ci dimentichiamo cos’era il quartiere di Ponte San Giovanni fino a qualche tempo fa, le speculazioni edilizie erano davanti agli occhi di tutti e se non avessimo impedito quel maledetto progetto a quest’ora saremmo stati costretti a gestire una situazione di emergenza sociale. Ho particolarmente a cuore il nuovo progetto, che deve essere seguito dagli attuali amministratori. Noi lo conosciamo bene e come rappresentanti dell’opposizione continueremo a monitorarlo. All’attuale giunta chiediamo lo stesso impegno, lo stesso senso di responsabilità e la stessa caparbietà che abbiamo messo noi. La rinascita e il riscatto della periferia di Ponte San Giovanni, con riflessi positivi su tutta la città di Perugia, passa anche attraverso quel cantiere».

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