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Perché per vincere le prossime elezioni politiche bisogna studiare l’Umbria

SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | I risultati delle Regionali, il centro mobile, i consensi del pentapartito, le liste civiche e tutti i numeri di Marco Regni

di Marco Brunacci

PERUGIA – A bocce ferme, si può fare un discorso su quello che è successo con il 3 a 3 delle regionali, il più sintetico possibile e soprattutto lontano dai fastidiosi squilli di tromba della propaganda. Per dire – anticipiamo la conclusione – che bisogna venire in Umbria a studiare per vincere le prossime elezioni politiche.

1.Complessivamente – lo diciamo più sotto allegando la puntuale analisi basata sui numeri di Marco Regni – il centrodestra esce tranquillo dal confronto. Per un motivo: storicamente le elezioni regionali (che interessano la gente assai meno di quelle politiche e di quelle comunali) sono una sorta di rito di passaggio tra schieramenti che ci sarà poi alle Politiche. Un anteprima. Gli amuse bouche della cena che verrà. Niente di tutto questo c’è stato, gli equilibri sono rimasti inalterati.

2.In verità non è tanto il centrodestra a uscirne tranquillo, quanto Giorgio Meloni che ha proprio il suo punto debole in una classe dirigente, sul territorio, non adeguata al nuovo ruolo di partito del 30%.

3.Nello specifico: l’ultimo turno ha detto una cosa decisiva. Le elezioni sono state vinte dagli elettori del pentapartito (ve lo ricordate?). Cioè? Che dice Umbria7?
Spieghiamo: De Caro ha stravinto, ha fatto diventare la Puglia la prima regione rossa d’Italia, spodestando l’Emilia Romagna. Le rotte dei bolscevichi si incrociano tra Bari e Otranto? Forse nei sogni di qualcuno. De Caro, di scuola socialista, ottimi rapporti con la Dc di Fitto padre, si è mostrato affidabile e ha trasferito nel Pd un patrimonio inestimabile di consensi e li ha tradotti in voti.
Vogliamo parlare di De Luca, il vincitore non solo morale, ma anche materiale, della Campania? Vogliamo dire che ha già presentato il conto salato al comandante di gozzi Fico? Vogliamo dire del contributo di Mastella? Dei voti di Mastella junior? Del 9% appena di M5s, nella regione zoccolo duro del reddito di cittadinanza e di tutto quello che di imbonimento populista hanno prodotto i cinquestelle, i quali, tre anni fa, alle ultime Politiche, qui hanno preso ben oltre il 30%?

4.Un’occhiata con la medesima lente adesso al Veneto: qualcuno vuol forse sostenere che Luca Zaia sia un leghista estremo? O è il leghista che ha raccolto il voto e la tradizione bianca di quelle terre e lunedì ha contato 203 voti personali?
Ps. pensate se si fosse candidato a Perugia personalmente Romizi?

5.Il tema che ne esce è uno solo: non è il campo largo di “uniti si vince” (che va già in crisi numerica se Calenda si sfila), ma come verranno convogliati i voti del centro mobile in chiave di voto nazionale. Quando si dice centro mobile, si parla prima di tutto di liste civiche, poi di ambienti ex Dc ed ex Psi ancora in cerca di autore.

6.E’ fuori discussione che il centro che è vuole e può solo allearsi col centrosinistra è destinato a diventare un rigagnolo del grande fiume, al quale contribuisce, allo stesso modo, la Sinistra radicale
più anti-sistema. Un centro così vale i pro-Pal. Se non è in grado anche solo di far finta di tentare un accordo con le “odiate destre” o al limite di correre da soli. Resterà sempre poco più di una
curiosità da premiare con un ministero della Marina mercantile.

7.Dall’altra parte: il centrodestra è in grado di far saltare i suoi confini e aprire alla cosiddetta società civile, in quanto in grado di rappresentare l’area del pentapartito di novecentesca memoria?
Tutto fa pensare di no. La classe dirigente è quella delle piccole e piccolissime sezioni di partito, capace di parlare a pochi, pochissimi tifosi. La Meloni, d’accordo, è diversa.
Ma attenzione: anche la premier, se pensa di continuare a vincere raccontando i risultati (magari pure buoni) del suo governo, si sbaglia di grosso. Gli elettori vogliono sapere quello che può dar loro il prossimo governo. Che vantaggi avranno, o continueranno ad avere, se votano Meloni. O riesce a spiegarlo o rischia grosso.

8.E’ vero che la nuova legge elettorale, se mai riuscirà a passare, potrà dare una mano a Fdi e a Meloni, ma anche al Pd. Per accettarla il Pd però dovrebbe considerare difficilmente contendibili le prossime
elezioni. Una scelta così non è mai stata fatta in Italia.

9.Prima di lasciare spazio allo scritto di Marco Regni, diciamo perchè venire a studiare in Umbria per le prossime politiche.
Perchè qui si è visto plasticamente che cosa significa quando le “destre”, in terra per loro storicamente sconsacrata, sono riusciti a portare mondi ex Dc ed ex socialisti a votare per loro: hanno vinto. E hanno perso quando Romizi è stato abbandonato da un pezzo rilevante di mondo cattolico perugino. A Terni e provincia lo stesso cdx ha preso fiato, quando ha provato a ripartire da intese con quel mondo. In tutta la regione, poi, alle ultime elezioni, il risultato di Umbria civica (Arcudi%c) dimostrano che c’è un elettorato che vuol votare il govenro della destra senza sentirsi dire che è di destra.
Il centrosinistra? Sta pensando di fare a meno dei moderati solo perchè ha vinto le ultime prove elettorali locali su debolezze e sbandamenti del centrodestra? Sarebbe un clamoroso errore di
valutazione.
Ora Regni e i suoi numeri.

Il post di Regni

🗳️ Regionali 2025: chi ha davvero vinto?
Le urne si sono chiuse e, passata la notte delle “vittorie per tutti”, guardiamo i numeri nudi e crudi 📊
➡️ Risultato secco: 3 regioni al Centrodestra e 3 al Campo Larghissimo.
📍 Come nel 2020: un pareggio? Solo in apparenza.
🔎 L’unica vera regione contendibile a detta di tutti, sia a destra che a sinistra, erano le Marche…
…e l’ha vinta il Centrodestra ✔️
Le altre?
📌 Campania e Puglia: il centro sinistra le vince da 20 anni (tranne una parentesi con Caldoro in Campania) e l’apporto dei M5S è stato non determinante in nessuna regione al voto. Conte però incassa la guida della Campania.
📌 Toscana: da sempre roccaforte della sinistra.
👉 In nessun caso la formula “larghissima” è stata determinante
📉 Affluenza giù: le due coalizioni hanno perso quasi 1,5 milioni di elettori
(📌 1.480.487 voti in meno rispetto al 2020!)
Ma il calo non è uguale per tutti:
🔴 Campo Larghissimo
-20% dei voti 🥵
➡️ Oltre 900.000 voti persi
🔵 Centrodestra
-13,85% dei voti
➡️ Tiene meglio l’erosione dell’affluenza
📍 Distanza fra le coalizioni in forte riduzione
2020: 🔴 +553.070 voti
2025: 🔴 +218.565 voti
👇
➡️ Vantaggio più che dimezzato
📌 In sintesi
Il Centrodestra dimostra una maggior resilienza elettorale, perde meno e accorcia in maniera netta il divario.
Il “Campo Larghissimo” tiene solo nelle sue roccaforti storiche… e perde terreno in modo significativo.
Questi risultati con una legge elettorale proporzionale o anche con quella attuale evidenziano il consolidarsi della coalizione di governo. Con l’attuale potrebbe non esserci maggioranza netta al Senato.
PS anche la tornata attuale conferma ciò che valeva dalle Marche in poi, sommare mele e pere (campo larghissimo) porta maggiore astensionismo a sinistra ed è inutile ai fini tanto delle vittorie che delle sconfitte.

Infografica che presenta un'analisi dei risultati elettorali delle regionali 2025, evidenziando il vantaggio ridotto del Campo Larghissimo, la perdita di voti del Centrodestra e un apparente riequilibrio del consenso.
Grafico che mostra il calo percentuale dei voti persi dalle due coalizioni nelle elezioni regionali del 2025, evidenziando un -20% per il Campo Larghissimo e un -13,85% per il Centrodestra.
Tabella che confronta i risultati delle elezioni regionali del 2020 e del 2025 in diverse regioni italiane, mostrando i voti per il Centro Destra e il Campo Larghissimo.

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