A Orvieto “Medeae… da Euripide in poi” di Sarah Falanga

Un nuovo appuntamento fuori abbonamento per la stagione “In luce” del Teatro Mancinelli di Orvieto venerdì 12 dicembre, alle 21

ORVIETO – Un nuovo appuntamento fuori abbonamento per la stagione “In luce” del Teatro Mancinelli di Orvieto. Venerdì 12 dicembre, alle 21, il sipario si aprirà per “Medeae… da Euripide in poi”, lo spettacolo prodotto dall’Accademia Magna Graecia, nato per celebrare il patrimonio Unesco di Paestum, che quest’anno festeggia il dodicesimo anno di rappresentazioni.

Scritto, diretto e interpretato da Sarah Falanga, “Medeae… da Euripide in poi” è stato riadattato per trovare nuova vita all’interno di spazi teatrali canonici pur mantenendo la sua naturale vocazione affinchè non vi sia mai una distanza tra il pubblico e il fatto scenico che invece avvolge delicatamente il pubblico rendendolo intimamente partecipe. La produzione si distingue proprio per la pratica del “metateatro”, che si fonde alle tecniche del metodo Straberg applicato alla drammaturgia antica che si scopre così essere parte intima e viva di ogni uomo, anche e soprattutto nella modernità.

Locandina dello spettacolo 'Medeae... da Euripide in poi' al Teatro Mancinelli di Orvieto, con un'immagine centrale di un'attrice in costume che sembra esprimere emozione, circondata da elementi scenografici. Dettagli del titolo, della data e del cast sono visibili.

In scena per questo riadattamento vi sono con Medea le voci e le essenze di quel “maschile che l’ha condannata”. Lo spettacolo è pregno delle immagini oniriche e psicologiche che hanno dominato l’animo e le azioni di Medea (Me-Dea), una donna che ha sovvertito per prima le leggi. Lo spettacolo è una confessione, una reviviscenza, una condanna, uno sguardo profondissimo sul fulcro della vita. Medea, con tutta la sua storia e il suo dolore, è votata a tornare in scena ed a rivivere la sua storia, ogni qual volta incontri un pubblico.

«Mi affascina il tentativo di giungere, per quanto possibile, alla base di tutte queste tradizioni – afferma Sarah Falanga – non con approccio scientifico, bensì come attrice e regista, con immaginazione e fantasia nutrite tuttavia da un’ampia conoscenza delle condizioni di vita di questa figura. Respiriamo tutti insieme, ci scambiamo le verità più profonde dell’essere, ci tocchiamo gli occhi. Il pubblico è attore protagonista della scena, che non conosce distanze. Non avrebbe molto senso per me fare un teatro diverso in questo momento. Il pubblico non vuole bugie, solo verità. Il teatro ha bisogno di risvegliare vibrazioni, emozioni e gli attori devono mettersi intimamente in gioco. Non vogliamo rappresentazioni, ma interpretazioni».

Nel cast artistico, oltre a Sarah Falanga, Christian Mirone (che cura anche il disegno delle luci), Jacopo Sorbini, Damiano Agresti e Marco Gallotti. I costumi sono di Leticia Craig.

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