A Montecastrilli l’intervento del Segretario Massimiliano Nobis Segretario Nazionale FIM CISL

Presente anche il segretario Generale Fim Cisl Umbria Simone Liti

Si è tenuto nella giornata di oggi a Montecastrilli il Consiglio generale della FIM CISL Umbria, alla presenza del Segretario Nazionale Massimiliano Nobis, del Segretario Generale Fim Cisl Umbria Simone Liti e del Segretario Generale Cisl Angelo Manzotti. Nobis ha illustrato i contenuti dell’intesa raggiunta con Federmeccanica e Assital il 22 Novembre 2025 per il rinnovo del CCNL. L’ipotesi d’accordo che interessa oltre 1.7 mln di metalmeccanici in tutt’Italia è arrivato dopo 17 mesi di trattativa e lotte, come non si vedevano da oltre 20 anni, con scioperi e manifestazioni per ottenere il rinnovo.

 «In Umbria- sottolinea Liti -stiamo vivendo difficoltà nel mantenimento produttivo industriale, la crisi colpisce soprattutto le aziende di piccole dimensioni e in particolare il settore della componentistica dell’automotive. Questo rinnovo contrattuale darà risposte salariali e migliorerà tutele come, ad esempio, nell’ambito della Salute e Sicurezza, della Formazione Professionale e nell’utilizzo dei Congedi Parentali compresa per la malattia dei figli, anche ai lavoratori sprovvisti di contrattazione di secondo livello. La grande partecipazione alla lotta delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici Umbri con l’unione del fronte sindacale hanno contribuito a raggiungere il grande risultato del rinnovo contrattuale».

«L’ipotesi di accordo che abbiamo sottoscritto – commentano i due Segretari metalmeccanici- dopo la presentazione nei nostri organismi sarà illustrata, discussa e votata fino al 20 febbraio nelle aziende metalmeccaniche di tutta Italia che qui regione interessa oltre 600 aziende oltre 19mila lavoratori. L’intesa – continuano Nobis e Liti  – ha definito un aumento sui minimi oltre l’IPCA-Nei, come previsto dal punto h a fronte di un’innovazione organizzativa con la salvaguardia nei casi di impennata inflattiva, portando importanti risultati in ambito salariale definendo aumenti contrattuali complessivi pari al 9,64%, un dato questo particolarmente significativo perché supera nettamente il tasso d’inflazione Ipca Nei previsto al 7,20% nei prossimi 4 anni con un incremento reale dei minimi retributivi, che a regime è pari a  205,32 euro mensili medi (per un liv. C3) che tradotto significa un montante salariale complessivo di 4.674,50 euro. Non meno significativo l’aumento della quota dei flexible benefits a 250 euro in più già dal mese di Febbraio 2026, oltre che di importanti e significativi miglioramenti sulla parte normativa rispetto alla precarietà, al mercato del lavoro, alla parità di genere, alla fruizione dei permessi e dei congedi parentali oltre che del trattamento di malattia e ad una maggiore partecipazione dei lavoratori.»

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