Farmaci, farmacia, farmacista

Farmaci, raccolta dei non scaduti per le fasce più deboli: ok in Consiglio

Perugia, sì all’odg di Bistocchi e Bori. «Sfida di civiltà». Afas: «Medicine beni preziosi». In un giorno le farmacie coinvolte ne raccolgono oltre 5mila

PERUGIA – Recupero e riutilizzo dei farmaci validi non scaduto: il progetto ha l’ok della IV Commissione cultura, presieduta da Michelangelo Felicioni, che ha approvato con 7 voti a favori e 3 contrari l’ordine del giorno dei consiglieri Pd Sarah Bistocchi e Tommaso Bori.

«La raccolta e il recupero dei farmaci validi non scaduti – ha sottolineato Bistocchi in sede di illustrazione- è una delle grandi sfide di civiltà del nostro tempo, che intende rispondere alla crescente necessità di farmaci da parte delle fasce sociali più deboli che non hanno la possibilità di acquistarli. Infatti, nelle nostre case quotidianamente restano inutilizzate o vengono sprecate e gettate tonnellate di farmaci ancora validi, una risorsa che può rappresentare invece un bene prezioso per coloro che non hanno possibilità economica per accedere alle cure».
Varie direttive europee e la legge finanziaria 2008 sanciscono la possibilità per le organizzazioni non lucrative impegnate nell’assistenza domiciliare di riutilizzare i farmaci per i propri assistiti o per le organizzazioni senza fini di lucro, riconosciute dalle regioni e province autonome, aventi finalità umanitarie o di assistenza sanitaria.
In seguito, è stata poi approvata la legge 19 agosto 2016, n. 166 sulle “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”, che si pone la finalità di «ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari, farmaceutici e di altri prodotti». Anche la Regione Umbria ha da poco approvato la legge n. 16 del 14 novembre 2017 recante “Promozione delle attività di donazione e distribuzione a fini di solidarietà sociale di prodotti alimentari, non alimentari e farmaceutici”.
Sulla scorta di questa normativa molti Comuni italiani, soprattutto dell’Emilia Romagna, hanno avviato campagne per il recupero dei farmaci di concerto con le locali farmacie, ottenendo risultati di tutto rispetto. Tenuto conto del fatto che in Italia restano inutilizzati 8 miliardi di compresse, ovvero il 30% dei 24 miliardi di dosi di farmaco che gli ospedali o i cittadini italiani acquistano ogni anno, Bistocchi e Bori nel dispositivo hanno proposto di impegnare l’amministrazione a prendere come modello i principali comuni italiani che da qualche anno stanno portando avanti progetti finalizzati al recupero dei farmaci validi non scaduti, coinvolgendo AFAS e le associazioni di farmacie private, affinché aderiscano e collaborino al progetto tutte le farmacie, le associazioni e le fondazioni operanti nel territorio a fini sociali di solidarietà e di assistenza; quindi, ad avviare e promuovere una campagna di informazione e comunicazione rivolta alla cittadinanza sull’importanza di recuperare farmaci validi non scaduti e sulla possibilità di donarli alla fondazione Banco Farmaceutico onlus.

Alla seduta infatti hanno preso parte anche l’assessore ai servizi sociali Edi Cicchi, Raimondo Cerquiglini, direttore di Afas, Guido Zuccari in rappresentanza di Federfarma, Lucia Paolucci e la dottoressa Proietti per il Banco Farmaceutico.
«Per Afas – ha sottolineato lo stesso Cerquiglini – si tratta di una materia che è particolarmente cara, soprattutto in questo periodo di crisi. Il farmaco del resto è un bene prezioso, non un bene di consumo, che non deve essere sprecato. Si deve passare – ha auspicato – dalla cultura dello spreco, come accadeva in passato, quando vi era l’abitudine a fare scorta di medicinali che poi spesso restavano inutilizzati, a quella della restituzione, tenendo conto che purtroppo vi sono persone che rinunciano alle cure perché non possono permettersele».
Proprio per questo Afas, fin dal 2013 ha sistematizzato l’attenzione verso il farmaco intonso, in corso di validità, come bene da restituire alla collettività. «Già prima dell’emanazione della legge regionale abbiamo avviato -ha spiegato ancora Cerquiglini – la raccolta di farmaci, in favore dell’associazione fratelli Indios dell’Amazzonia, insieme al centro medicinali onlus della Caritas di Firenze che hanno messo i primi 4 contenitori, chiusi a chiave, in altrettante farmacie, contenitore che attualmente sono passati a 6. Finora sono stati raccolti circa 87 chili di farmaci di varie tipologie».

Ogni farmaco viene preventivate controllato dal farmacista, vi viene apposto un bollino di garanzia Afas ha stampato a proprie spese, quindi viene inserito nel contenitore, da cui può prelevarlo solo il volontario addetto. Di recente, poi, grazie ad un accordo con la Caritas diocesana, alcuni farmaci vengono distribuiti da quest’ultima sul territorio attraverso la prescrizione di un medico, direttore sanitario, che li gestisce. I farmaci che possono essere raccolti devono avere almeno otto mesi di vita residua prima della scadenza, non devono essere farmaci che richiedono la conservazione del freddo o che siano catalogati come stupefacenti.
A quanto spiegato dal direttore Afas, l’assessore Cicchi ha aggiunto che il Comune sta già lavorando per migliorare ulteriormente l’attività di raccolta avviata, coinvolgendo anche le farmacie private e altri soggetti che si occupano della raccolta e successiva distribuzione, come il Banco farmaceutico, attraverso un protocollo di intesa apposito.
«Tuttavia – ha precisato Cicchi – la legge regionale, se da un lato, ha messo un punto importante per un’azione più strutturata, dall’altro, non ha emanato ancora le linee guida per l’attuazione della legge stessa, per cui, ad oggi, non abbiamo indicazioni su quale debba essere esattamente il ruolo del Comune, anche dal punto di vista finanziario. Il Comune di Perugia su questo tema è, comunque, già un modello da prendere a riferimento».

Le rappresentanti del banco farmaceutico, Paolucci e Proietti, hanno spiegato che il banco è riuscito finora a coinvolgere, nell’ambito della giornata di raccolta che tradizionalmente si tiene a febbraio, circa 18mila volontari in campo, oltre 4mila farmacie, per la raccolta di 376mila farmaci, distribuiti a 535mila persone che vivono in povertà. «A Perugia sono 66 le farmacie coinvolte e i farmaci che si riescono a raccogliere in una giornata oltre 5mila».
Al di là della giornata di raccolta, il banco stesso ha presentato anche un progetto, con l’obiettivo di strutturare la raccolta dei farmaci in maniera capillare, grazie alla collaborazione con le istituzioni e Federfarma, dapprima con un progetto pilota su Perugia, da estendere quindi in tutta l’Umbria.
Analogamente a quanto già in atto nelle farmacie comunali, il progetto stesso prevede la presenza di un contenitore nella farmacia, il controllo da parte del farmacista del corretto mantenimento del farmaco ceduto, l’inserimento del bollino “vietata la vendita”, quindi l’inserimento diretto da parte del cittadino nel contenitore chiuso a chiave, che periodicamente viene svuotato o dall’ente beneficiario o dal volontario del banco.

«Il banco – ha spiegato Proietti – ha un sistema informatico all’interno del quale i farmaci raccolti vengono catalogati e messi in rete, a disposizione anche di enti di altre regioni che possono richiederli, al fine di evitare al massimo lo spreco».
«Nell’ambito del progetto, Federfarma – ha aggiunto Zuccari – si farà carico dell’acquisto dei contenitori e della realizzazione del materiale promopubblicitario e si occuperebbe anche della logistica della raccolta, attraverso la cooperativa che già oggi si occupa del trasporto dei farmaci alle farmacie». Zuccari ha quindi tenuto a sottolineare l’importanza della capillarità dell’azione sul territorio regionale.
A sottolineare il ruolo importante del farmacista così come del medico nella sensibilizzazione del cittadino e nell’essere per quest’ultimo un punto di riferimento, sono stati i consiglieri Bori e Tracchegiani, che hanno peraltro evidenziato anche il cambio di mentalità sul tema a cui oggi si sta assitendo rispetto al passato.

Perplessità sono invece emerse dall’intervento del consigliere Sorcini, che ha richiesto la necessità di un protocollo a garanzia della sicurezza per i cittadini nell’utilizzo dei farmaci raccolti.
Favorevole all’ordine del giorno si è detto, invece, il pentastellato Pietrelli, per il quale è fondamentale la quotidianità della raccolta così come dell’informazione al cittadino.
Favorevole anche il consigliere Vignaroli, che ha tenuto a sottolineare il ruolo del volontariato e ha chiesto ai proponenti di rendere l’atto di tutta la commissione, proposta che gli stessi proponenti hanno ben accolto, in quanto in linea con lo spirito di condivisione dell’atto stesso.
Contrario alla proposta si è detto, invece, il consigliere Sorcini, che ha annunciato il voto contrario di FdI, e lo stesso presidente Felicioni, che ha evidenziato come il Comune abbia già avviato un’attività nel senso richiesto dal dispositivo.
Al termine della discussione, con 7 voti a favore e 3 contrari, l’ordine del giorno è stato comunque approvato dalla commissione.

Treno alla stazione. Archivio (foto Settonce) - ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Ferrovie, i lavoratori delle aziende in appalto incrociano le braccia

Magione: aumenta il decoro, diminuiscono le segnalazioni