POLE POLITIK di MARCO BRUNACCI | La Regione organizza un’inaugurazione della nuova tratta Perugia-Milano che si ferma a Firenze. E tornano i dubbi su costi e utilità dell’operazione
di Marco Brunacci
La Regione Umbria? Se non ci fosse bisognerebbe inventarla. Vi ricordate Freccetta rossa? Il Freccia che trotterella, rosso sì ma per un accenno di vergogna, da Perugia fino a Firenze (1 ora e 32 minuti se abbiamo capito bene) per poi meritarsi il nome di treno ad alta velocità nel tratto che lo porta a Milano (1h e 45 per ben più del doppio dei chilometri, ma magari ci sbagliamo). Il Freccia-Freccetta costa alla Regione Umbria 1 milione e mezzo (secondo un conto fatto da inevitabile associazione consumatori sarebbero più che sufficienti 1 milione e 178.000, ammesso che pochi o nessuno lo usino, ma probabilmente trattasi di tirchi) da versare alle Ferrovie dello Stato che con la Regione hanno un rapporto da unione di fatto: condividono qualunque cosa si muova, su ferro o su gomma.
Bene. Finora poteva venire il dubbio. Freccetta rossa va comunque considerato un tentativo di far uscire dall’isolamento ferroviario l’Umbria. Un tentativo goffo? Troppo costoso? Non utile alla causa? A un orario da turno punitivo dell’Alfa Romeo? Va bè, se ne può parlare. Ma pone fine ad ogni oziosa discussione la decisione, sicuramente over the top, della Regione Umbria di inventarsi una corsa inaugurale del treno, giovedì prossimo.
Sì, giovedì alle ore 5,13, tutta la giunta regionale (ma si temono defezioni e certificati medici anche compiacenti) ha invitato ospiti per salire su una carrozza speciale del Freccia-Freccetta rossa. Banda e majorettes difficilmente saranno presenti dato che in pieno inverno, alle 5,13 di mattina, complice l’alto tasso di umidità, a Fontivegge si fanno esperienze di freddo da tajga caucasica. Ma si attendono telecamere e soprattutto flash utilissimi per aprire varchi di luce nell’altrimenti impenetrabile tenebra resa infida dalla foschia mattutina. Essendo i bar onesti a quell’ora chiusi, sarà probabilmente chiesto di munirsi dell’antica ma utile schiscetta, con caffè caldo e biscotto eventuale.
L’inevitabile clima da “Centomila gavette di ghiaccio” sarà sicuramente rasserenato e sciolto dal sorriso di amministratori e assessori, che spiegheranno agli ospiti, una volta fatti salire sul treno e se riusciranno a staccarli dai boccaporti dell’aria calda, che il loro viaggio non si concluderà a Milano, come ovvio per l’inaugurazione della tratta Perugia-Milano, ma alla stazione di Firenze dove potranno assistere al momento clou delle pulizie mattutine con – se hanno fortuna – alcuni protagonisti che sacramentano in autentico vernacolo fiorentino.
Gli ospiti non potranno – è vero – provare il brivido dell’alta velocità perché arriveranno a Firenze poco più rapidamente rispetto a qualunque sferragliante treno locale che non sia costretto a fermarsi in tutte le piccionaie della bassa Toscana. Ma avranno poi il diritto di verificare quanto sia avanzata l’Umbria in fatto di intermodalità dei trasporti: per il ritorno tutti in pullman.
L’orario scelto per il Freccia-Freccetta rossa ci aveva già suggerito scenari fantozziani. Gli orari dei treni come quelli dei campi da tennis. I ragionieri Filini e Fantozzi costretti a prenotare i campi da tennis all’alba perché tutti gli altri orari erano impegnati per l’intero anno dai duca-conte della mega azienda. Abbiamo – è vero – pensato di sentire a Fontivegge, ore 5,13, il sublime “batti lei” di Filini e Fantozzi nella nebbia antelucana. Ma una “istantanea” più realistica dell’Umbria fantozziana come quella organizzata dalla Regione difficilmente poteva essere immaginata. Bravi.


