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Coca anche durante il lockdown, bloccata la centrale di spaccio a Passignano

Quattro ordinanze di custodia. Clienti di tutte le età, anche con il reddito di cittadinanza

PASSIGNANO (Perugia) – A Passignano avrebbero creato la loro centrale di spaccio. Qui, nei luoghi più disparati, dal parcheggio del cimitero ai boschi, passando per isole pedonali e piste ciclabili, avrebbero incontrato i clienti per vendere le dosi di cocaina.

Clienti della zona, hanno appurato i carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Città della Pieve, ma anche provenienti da Arezzo e Siena. Uomini e donne dai 19 ai 65 anni, fra i quali imprenditori, operai, impiegati, studenti, casalinghe e pensionati, alcuni dei quali beneficiari di reddito di cittadinanza. I militari hanno individuato il presunto sodalizio avviando l’attività di indagine a partire da un 30 enne albanese, domiciliato a Passignano, già conosciuto ai carabinieri. Le indagini hanno permesso di accertare una decina di cessioni al giorno e almeno tre suoi aiutanti che, spostandosi all’interno del territorio passignanese anche durante il lockdown del 2020. Spostamenti effettuati con estrema cautela, utilizzando auto sempre diverse, noleggiate oppure prese in prestito a cittadini insospettabili. Numerosi anche i cellulari e le utenze, anche internazionali, usate per concordare gli appuntamenti con i clienti. In un’occasione, tre dei quattro sono stati filmati mentre trasportavano una cassa di legno da un bosco all’auto con la quale erano arrivati. Ulteriori accertamenti hanno permesso di verificare che i quattro indagati fossero sconosciuti al fisco, di fatto nullatenente e quindi nell’impossibilità di giustificare il loro sostentamento se non, ritengono gli investigatori, con l’attività illecita ricostruita dalle indagini. A conclusione delle indagini il Gip di Perugia ha emesso le ordinanze di custodia cautelare, eseguite questa mattina, 5 maggio, dai carabinieri di Città della Pieve insieme alle unità cinofile di Firenze tra Passignano e Corciano. Il 30enne, ritenuto il capo del sodalizio, è stato portato in carcere a Capanne, due sono ai domiciliari, per il quarto – al momento irreperibile – c’è l’obbligo di presentarsi alla polizia ghiudiziaria e obbligo di dimora. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati 6.860 euro in contanti, suddivisi in banconote da 20 e 50 euro, presumibile provento dell’attività di spaccio, sostanza stupefacente del tipo cocaina per un peso di grammi 2, suddivisa in due involucri di cellophane termosaldati, 9 telefoni cellulari dei quali 4 di ultima generazione, 10 sim card e vari appunti contabili. Il particolare scrupolo nel cercare luoghi appartati o quanto meno discreti per le compravendite, secondo i carabinieri, era una scelta precisa per non attirare su di loro l’attenzione dei passignanesi e mantenere un’apparezza di normale vita privata come copertura. Per i carabinieri dei veri “professionisti” dello spaccio.

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