di Marco Brunacci
PERUGIA – Un patto “segreto” tra i presidenti di tre Regioni, Donatella Tesei (Umbria), Francesco Acquaroli (Marche) e Marco Marsilio (Abruzzo), sancito a pranzo a Perugia, venerdì scorso, in margine all’incontro per il lancio dell’Hamu..
A cosa serve l’Hamu, il think tank, fortemente voluto da Maurizio Oliviero e dall’Università di Perugia, con fior di cervelli degli Atenei di tre Regioni e col gotha della politica de dell’industria di Abruzzo, Marche e Umbria? Diverse le risposte.
Quella ufficiale: servirà a molte cose interessanti, a rendere più competitiva e innovativa la proposta economica che arriva dal Centro Italia, a fare fronte comune di idee e iniziative e anche massa critica contro i colossi delle regioni del Nord, ma pure con i vicini di casa più forti, Lazio e Toscana.
La risposta da “inside” invece sta tutta in questo patto che i tre governatori hanno stretto dopo una breve conversazione a coronamento del lavoro degli sherpa e che verte tutto intorno ai tanto soldi in palio col Recovery plan.
Da sole le tre Regioni possono ottenere gli zero virgola del Piano (anche se l’Umbria ha messo al sicuro francamente già molto) ma insieme possono – e questo i tre hanno deciso – stilare progetti comuni quando arriveranno i bandi del Pnrr.
Esempio: sull’industria 4.0 ci saranno bandi, oggi ancora non definiti nei dettagli, che consentono di accedere a risorse da svolta per le tre Regioni. Con progetti interregionali condivisi si moltiplicano le possibilità di successo.
Per questo sono state superate antiche diffidenze e nuove barriere, anche di partito. La leghista Tesei, andrà a braccetto con i meloniani Acquaroli e Marsilio (c’erano Zaffini e Squarta, Fdi, come testimoni delle avvenute nozze).
FIORONI UBER ALLES
L’Umbria per altro delle soddisfazioni se l’è prese anche nell’ultima tornata della Conferenza Stato-Regioni.
A chi dice che il low profile scelto a livello nazionale dalla Tesei non paga, ecco la risposta: la piccola Umbria lascia la Commissione affari europei, che aveva portato Tesei alla guida delle Regioni italiani nella strategica trattativa sul Pnrr (ruolo ormai in esaurimento, ora contano i progetti e i progetti finanziati) per prendersi la Commissione che si occupa di digitale e innovazione, tutta riservata al super assessore Michele Fioroni, che è stato come portare un bambino al Luna park. La felicità. Ora attente, care Regioni limitrofe e lontane, che si scatena.
LOMBARDIA, ARRIVIAMO
Ma quello che viene definito “colpaccio” dentro le stanze più riposte di Palazzo Donini è l’aver ottenuto la vicepresidenza della Commissione Affari economici. La presidenza tocca di diritto al gigante Lombardia – che ha la sede della Borsa -, la vicepresidenza viene considerato l’unico traguardo che può essere ambito da altri. L’Umbria l’ha raggiunto e ancora, nel team di palazzo Donini, si fanno reciproci complimenti. Aspettare però per festeggiare: vediamo se arrivano i vantaggi di cui ha bisogno l’asfittica economia regionale..
SI È SCIOLTO NON SOLO IL SANGUE DI SAN GENNARO
A proposito di “colpacci”, l’Hamu, oltre a tutti meriti che ha e che avrà di sicuro, è riuscita a fare il miracolo – perché di questo si tratta – di sciogliere la spessa parete di ghiaccio che divideva l’Università in versione Oliviero dalla Fondazione Cassa di risparmio di Perugia.
Ai distratti City journal ricorda che ci fu, tempo fa, qualcosa di molto simile a uno sgarbo istituzionale per il quale nel board della Fondazione, per la prima volta dalla sua costituzione, non compariva il rettore eletto dell’Ateneo umbro. Il vulnus ora è di fatto sanato.
City journal più di una volta aveva raccontato ai suoi lettori affezionati che il nuovo Maurizio Oliviero era diventato un quinto evangelista dell’autonomia dell’Ateneo, e anche un mix, crepitante iniziative, tra ideali francescani e pragmatismo rettorile. Tanto De Rerum Natura (Lucrezio), con il lupo che pascola d’amore e d’accordo con l’agnello, e un tocco di realismo e volontà di lasciare il segno nel suo percorso alla guida dell’Ateneo.
Dall’altra parte ha trovato la neopresidente della Fondazione Cristina, nuova generazione dei Colaiacovo, che ormai ha spiegato a tutti di avere carattere e determinazione per essere una delle protagoniste (se volete anche una speranza) per una fase nuova dell’Umbria, che in tanti si attendono (o almeno sperano). Risultato: i due si sono capiti. E l’impegno nell’Hamu sancisce e certifica la svolta. E c’è ancora chi non crede nei miracoli.