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Poche dosi in Umbria (13esima regione in Italia) ma gap recuperati: vaccinati tutti i 60enni prenotati. Con un allarme: un 25% non ha aderito

POLE POLITIK di MARCO BRUNACCI | Nonostante gli arrivi col contagocce buoni risultati: anche tra i 50enni balzo record del 18,8%. Il problema sono i sessantenni non prenotati: parte l’appello e la ricerca con l’aiuto dei farmacisti. Mentre D’Angelo da martedì coordina 4 team vaccinali, casa per casa, nel “cratere” del sisma

di Marco Brunacci

PERUGIA – La tabella parla chiaro: tutti si lamentano, e ci mancherebbe, ma poi ci sono le cifre: l’Umbria è una delle regioni che meno dosi di vaccini da somministrare ha avuto a tutte le ore 6 del 7 giugno, rispetto al numero degli abitanti (non di coloro che devono essere vaccinati, perchè, come si sa da 0 a 12 anni al momento non c’è un vaccino testato efficace ed essendo in questa fascia i rischi minimi, è necessario procedere con la massima cautela).

In grafica c’è la conferma: 616.495 sono le dosi, 865.013 gli abitanti rispetto alle ultime cifre ufficiali, per una percentuale del 71,27%, appena migliore dell’Emilia Romagna e di altre sei regioni italiane, mentre 12 hanno avuto più dosi.

60-69, CHI NON SI PRENOTA

Ma questo è solo il primo dei dati sensibili di oggi, il secondo dice che di fatto l’Umbria ha terminato tutte le vaccinazioni, prime dosi, dei prenotati over 60 anni. Quindi ha recuperato interamente il gap che si era creato nella fascia 69-60 per la decisione di concentrarsi sui gruppi sociali più a rischio.
Ora il problema è che c’è un certo numero di non prenotati, che, se nella fascia tra gli 80 e gli 89 anni va considerato fisiologico, tra i sessantenni è elevato. L’ultimo rilevamento dice che non si è ancora raggiunta quota 70% di prime dosi. Ma anche se la quota dovesse essere raggiunta in queste ore e superata di un po’, resta il problema: com’è che tanti sessantenni umbri non si sono prenotati?

L’APPELLO

E qui si passa all’appello: prenotarsi subito, la vaccinazione è una garanzia personale e per la comunità
Da quel che si sa, la sanità regionale si sta muovendo, con l’aiuto dei farmacisti, per tirare la rete e concludere la vaccinazione della fascia. Ma il dato desta preoccupazione. I no vax, in una pandemia di questo genere, diventano un problema per l’intera comunità regionale e nazionale.
Va detto e ripetuto che i vaccini sono sicuri e hanno dimostrato di essere la risposta alla pandemia e anche contro tutte le varianti finora conosciute.

IL BALZO TRA I 50-59

Detto questo, va aggiunto che, nella settimana appena trascorsa, c’è stato anche un balzo in alto per la fascia di età dei cinquantenni: si è passati dal 34% di prime dosi al 52,8%. In termini statistici la prima regione in Italia per incremento con il 18,8 di nuove somministrazioni in soggetti cinquantenni..

L’ESERCITO NEL “CRATERE”

Resta da sottolineare che sarà molto rilevante lo sforzo che il commissario all’emergenza Covid Massimo D’Angelo sta coordinando e che partirà martedì 8 giugno: 4 team vaccinali dell’Esercito insieme con medici e infermieri umbri, andranno nel “cratere” del sisma., nella zona più colpita dall’ultimo terremoto, tra Valnerina e Spoletino, per terminare le vaccinazioni delle persone in aree particolarmente disagiate. Persone, in questo caso, di tutte le età, con priorità, ovviamente agli over 60.
Questa settimana, in l’Umbria potrebbe davvero chiudersi la prima fase emergenziale della campagna di vaccinazione.

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