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Il nuovo corso delle Acciaierie/Arvedi in Umbria, ma a Perugia e non ancora a Terni. Ma intanto si allungano i tempi del giudizio dell’Antitrust

POLE POLITIK di MARCO BRUNACCI | Il leader del gruppo che ha acquisito Ast in visita (domani mattina alle 11 a palazzo Donini) per dare un taglio alle strumentalizzazioni, ma col pensiero a Bruxelles, che potrebbe intervenire (ormai a gennaio) sulla definizione delle quote societarie

Acciai speciali Terni. Archivio
di Marco Brunacci

PERUGIA – L’ad delle Acciaierie di Terni Burelli si è visto, in margine dell’assemblea degli industriali di Assisi, con i vertici della Regione. In quell’incontro stato fissata la data e l’orario della visita in Umbria del cavalier Arvedi, leader del gruppo che rilevato la maggioranza dell’Ast di Terni (il closing è atteso per la primavera).

L’arrivo della delegazione è prevista per giovedì mattina alle 11, a palazzo Donini (dopo la decisione di fermarsi a Perugia), nella sede della Regione. Quindi non Terni: formalmente, infatti, le Acciaierie sono ancora di proprietà dei tedeschi di Thyssen e potrebbero esserci imbarazzi sul luogo dell’incontro con le autorità e le rappresentanze sindacati.
Una volta definiti i dettagli del viaggio è anche chiara la cornice entro la quale ci si muove. La visita di Arvedi è da considerarsi un primo incontro, qualcosa di più di una cortesia istituzionale, ma soprattutto è tesa ad evitare ulteriori strumentalizzazioni da parte di chi – alcuni esponenti sindacali locali, in primis – trovandosi per la prima volta all’oscuro delle vicende delle Acciaierie, provano ad utilizzare questo periodo di inevitabile interregno per seminare dubbi e infondati timori.
E’ certo che Arvedi non potrà scendere in alcuni particolari dell’operazione, intanto perchè non è ancora conclusa, ma soprattutto in quanto pende, sull’intero iter, il giudizio dell’Antitrust europeo, non certo un giudizio di routine, ma che potrebbe anzi determinare dinamiche particolari per il futuro dell’azienda ternana, insieme a diverse definizioni delle quote societarie.
Da questo fronte arrivano tra l’altro notizie di un possibile allungamento dei tempi: ci si attendeva un pronunciamento entro la fine dell’anno, mentre ormai è praticamente certo che si andrà a gennaio. Un motivo in più per mantenere una saggia cautela.
Arvedi potrà invece rassicurare sull’intenzione del gruppo di promuovere sviluppo attraverso un piano industriale coerente e dovrebbe anche poter confermare il ritorno del magnetico, sciaguratamente abbandonato agli inizi degli anni Duemila. Contando sul fatto che si dia un taglio definitivo a illazioni infondate e alle strumentalizzazioni cui sopra si faceva cenno.

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