All’Ast la road map Arvedi va più veloce: viene data in arrivo Maria Teresa Vignola. Ora focus sul dossier servizi e quello impiegati

SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | La decisione non è invece ancora presa per il vertice del personale (resta in ballo una dirigente donna), dove comunque il Gruppo schiera un manager come Castano. Partita la ricognizione sulle ditte che forniscono servizi. I criteri restano: professionalità ed efficienza

di Marco Brunacci

PERUGIA – Va avanti più rapidamente rispetto al previsto la road map, la fase di transizione all’Ast di Terni. Il Gruppo Arvedi, nuovo proprietario, sta lavorando per accelerare il passaggio, anche se molto complesso. Per il direttore del personale (o la direttrice, è una delle due opzioni ancora in campo) si dovrà attendere qualche giorno, forse più. Per altro in questo settore il Gruppo ha schierato un manager che gode della massima fiducia dei vertici e che ha una storia personale come Giampiero Castano. Quindi bisognerà ancora attendere.

L’attesa potrebbe essere invece terminata per un altro ruolo anche questo da sempre molto delicato, che è quello delle relazioni istituzionali. La decisione sembra ormai presa. Tocca, stando a voci attendibili e indiscrezioni che si susseguono, a Maria Teresa Vignola. Quindi una donna nei vertici della nuova Ast comunque ci sarà. La Vignola – da quel che si dice – ha un rapporto di fiducia che la lega al Gruppo e una esperienza nel settore siderurgico all’ex Ilva, che ne fanno una garanzia per sostituire Tullio Camiglieri, che se ne è andato già da qualche tempo. Chi conosce il suo modo di operare – e sempre che venga confermata la designazione – ritiene che ci saranno molte novità nel settore che va a gestire. Forse vere e proprie sorprese.
Per il resto: le più insistenti voci dicono che c’è qualche insoddisfazione nel team Arvedi rispetto al settore servizi. Non è improbabile che si passi già dai prossimi giorni al vaglio tutta la rete delle ditte che li forniscono. Non sono impossibili tagli. E’ molto probabile che si riporti all’interno dell’azienda alcune attività. Il criterio resta però sempre quello di premiare la professionalità e l’efficienza.
Un altro dossier sul quale sta lavorando la nuova dirigenza è quello che riguarda gli impiegati. Tra gli osservatori esterni qualcuno dice, sommariamente, che sono troppi. Ma qui il percorso è più lungo e fatto di molte verifiche. Il finale dovrà essere – e questo invece ormai è certo – un’azienda a più alta produttività.


Rispetto all’ultimo fronte aperto: la partita su Piombino è arrivata al momento decisivo. E su un punto sono tutti dello stesso avviso: per chiudere almeno il primo cerchio di quel progetto nazionale di cui parlava il ministro Giorgetti, da considerare strategico lo stabilimento di Piombino, pur con tutte le questioni aperte. Quindi si intensificheranno gli incontri e le valutazioni da qui alle prossime settimane. Anche se agli osservatori più accreditati il percorso sembra segnato. Con il Gruppo Arvedi che diventerebbe il player di riferimento di “Acciaio Italia”, progetto che può essere declinato ancora in modi diversi ma che è sui binari e non si fermerà.
Infine: Taranto. L’inquietante scenario internazionale ha solo rallentato l’uscita – ormai decisa – della famiglia Mittal dell’azionariato della ex Ilva. Qui va anche scontata una decisione del Parlamento che non era in linea con le indicazioni del Governo. Lo stesso premier Draghi ha avuto modo di spendersi sulla vicenda la scorsa settimana e ci sono almeno due ministri che ci stanno lavorando (Giorgetti e Carfagna).
Per sapere come andrà a finire non basta neanche la sfera di cristallo. Si può azzardare uno scenario: Invitalia nei prossimi mesi acquisirà la quota di minoranza delle acciaierie di Taranto ancora detenuta dagli indiani e poi, in tempi ragionevoli, la allocherà presso un partner industriale di fiducia.

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