di Marco Brunacci
PERUGIA – L’effetto del superbonus sull’economia e direttamente sulla vita delle famiglie dell’Umbria? Un dato su tutti per chiarire. Lo fornisce l’Enea, l’Agenzia che segue a livello nazionale la complessa partita: al 31 gennaio sono stati 1.772 le attestazioni che certificano la conformità dell’intervento ai requisiti richiesti (tecnicamente si parla di asseverazioni). Ad agosto 2021 erano 667.
Il totale degli investimenti ammessi a detrazione? Più di 312 milioni al 31 gennaio.
Le osservazioni che arrivano da ministri, pur illuminati, del Governo sono difficili da comprendere anche se è vero che sono – dati dell’Umbria – 91 i milioni concessi per le abitazioni unifamiliari (con 850 interventi), e poi tocca alle unità immobiliari indipendenti (565) per 55 milioni di lavori, ma è abbastanza ovvio che la parte dei condomini sia più ridotta (357 interventi e 165 milioni ottenuti) perchè in questo segmento funzionano di più gli altri bonus, a partire da quello sulle facciate.
Ma davvero “il mondo ci ride dietro” perchè l’Italia finanzierebbe col superbonus “la ristrutturazione delle quarte e quinte case”, come è stato affermato nei giorni scorsi? E aprirebbe la porta a maxitruffe?
Ecco allora che i dati ufficiali della Agenzie delle Entrate fanno giustizia sul tema. Le truffe ci sono (e le leggi potrebbero essere scritte meglio) ma il 46% delle truffe in questione riguarda il bonus facciate, quindi i condomini, il 34% l’ecobonus ordinario (strumento fondamentale in tutto il mondo per la transizione ecologica delle abitazioni – sottolineano i tecnici più accreditati), il 9%il bonus locazioni, mentre soltanto il 3% riguarda il superbonus. Dati a livello nazionale dell’Agenzia delle Entrate.
Il sistema che ha nel superbonus la sua punta di diamante ha invece portato, con i numeri di fine 2021, Mauro Cavadenti Gasperetti, della Borsa Immobiliare della Camera di commercio dell’Umbria, a concludere che “si è risvegliata un’autentica voglia di casa nella regione, anche grazie, come ovvio, alle opportunità del mercato dei mutui”.
La Borsa immobiliare segnala che per la prima volta gli under 36 anni si affacciano al mercato immobiliare con le intenzioni che avevano i loro genitori. Una piccola rivoluzione.
Ma i dati di Bankitalia, riferiti all’Umbria, sono ancora più interessanti. Dicono che, sempre con riferimento all’anno appena trascorso, si è registrato un aumento del comparto residenziale del 25%, nel segmento non residenziale siamo al 50%. Roba da generazioni degli anni del boom.
Per le imprese del comparto edilizie (sono aumentate come numero del 10-15%, dopo gli anni bui della crisi) è stata aria fresca, ma che si è trasformata – fanno notare – in salutare volano per tutti settori economici. E questo nonostante le difficoltà burocratiche (si segnala una storica pratica che per un anno è rimasta ferma al Comune di Perugia, che si giustifica affermando che gli uffici sono sguarniti di personale) e i controlli defatiganti che spesso penalizzano gli onesti, senza fermare i malintenzionati.
Il Pil dell’Umbria, che ha fatto segnare una performance superiore alla media nazionale nel 2021, dall’edilizia ha preso slancio. Per altro – dal comparto – in tanti oggi citano quella frase, che è una sentenza, di Carlo Colaiacovo, industriale leader del cemento, quindi di sicuro interessato, ma altrettanto lucido e informato: «Nessuno ha visto mai ripresa economica senza l’edilizia». Escludendo con questo che possa avere un qualunque senso un lunare, assurdo derby, che so, tra finanza ed edilizia.
Non certo per curare il proprio orto a scapito dell’interesse generale, Cna Umbria – con il direttore Giannangeli in prima fila – già nel settembre scorso lanciò una sua piccola crociata per mantenere il superbonus. «Se uno strumento funziona, è assurdo farne a meno. Certo: interessa le imprese e del settore, a cominciare da quelle piccole, ma interessa anche le famiglie. E qualcuno si chieda se può farne a meno per crescere l’economia umbra nel suo insieme. Vedrà – dati alla mano – che non è possibile».
Per tutti questi motivi gli ordini professionali dell’Umbria del settore stanno seguendo con un po’ di sgomento le ultime fasi della vicenda superbonus. È mai possibile – è l’ultima questione di queste ore – che venga tenuta fuori l’Iva dai massimali previsti per il superbonus? E’ la strada – segnalano architetti e ingegneri – per penalizzare il cittadino che finirebbe per avere il 40-50% in meno del reale importo.


