Norcia scossa dal terremoto del 2016 (foto Settonce, riproduzione riservata)
Norcia scossa dal terremoto del 2016 (foto Settonce, riproduzione riservata)

La guerra e gli aumenti fanno male anche alla ricostruzione: «Blocco senza provvedimenti immediati»

Gli imprenditori edili di Ance Umbria incontrano i sindaci del cratere

NORCIA (Perugia) – La guerra, gli aumenti delle materie prime e dell’energia fanno male anche alla ricostruzione post sisma in Umbria.

Una delegazione di Ance Umbria, guidata dai presidenti Albano Morelli e Moreno Spaccia, insieme ad alcuni imprenditori, ha incontrato il sindaco di Norcia Nicola Alemanno. Si tratta del primo di una serie di incontri con i sindaci del cratere umbro per segnalare le gravissime difficoltà delle imprese a fronte di aumenti talmente straordinari da aggravare quell’inadeguatezza del prezzario unico del cratere che l’Associazione dei costruttori di Confindustria denuncia ormai da diverso tempo. A ciò si aggiunge la scarsità dei materiali dovuta anche alla progressiva chiusura dei principali centri di trasformazione siderurgici, degli impianti per la produzione di laterizi, conglomerati bituminosi, conglomerati cementizi, isolanti.
Nelle scorse settimane Ance Umbria aveva già denunciato ai parlamentari eletti in Umbria, alla Regione e a tutte le amministrazioni appaltanti la gravissima situazione determinata dalla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e dagli straordinari incrementi dei prezzi dei materiali da costruzione, negli appalti pubblici e privati. A paralizzare progressivamente la ricostruzione delle città e dei borghi umbri devastati dal terremoto del 2016 si aggiungono inoltre gli eccezionali aumenti dei prezzi dell’acciaio, del cemento, dei prodotti petroliferi, del rame, dei materiali plastici e dei loro derivati, insieme ad un rincaro straordinario dei costi dell’energia elettrica, del gas e del petrolio, fattori questi ulteriormente aggravati a causa del conflitto russo-ucraino.

Moreno Scaccia

«Le imprese appaltatrici dei lavori della ricostruzione – ha spiegato il presidente di Ance Umbria Albano Morelli – in mancanza di misure adeguate ed urgenti, saranno costrette a non acquisire nuovi appalti, ma soprattutto a sospendere i cantieri in corso di esecuzione o addirittura a risolvere i contratti di appalto in essere, pur consapevoli dei disagi che ciò potrà determinare per le comunità già colpite dal sisma».
Lo spirito di responsabilità delle imprese, in assenza di provvedimenti eccezionali, non può prevalere sul rischio di mettere a repentaglio la sopravvivenza delle aziende stesse e l’occupazione dei propri dipendenti. Questo potrebbe avvenire non tra qualche mese, ma tra qualche giorno o al massimo tra qualche settimana.
«Riteniamo, dunque ha aggiunto il presidente di Ance Perugia Moreno Spaccia – che il grido di allarme della categoria debba essere fatto proprio anche dai sindaci del cratere, affinché possano sensibilizzare nella maniera più tempestiva, forte e convincente possibile il Governo, il Commissario Straordinario e tutte le Istituzioni coinvolte, tra cui la nostra Regione».

Nicola Alemanno
Le modifiche alle «Norme per la ricostruzione delle aree colpite dagli eventi sismici del 2016»

Tutto nel giorno in cui la Seconda commissione dell’Assemblea legislativa ha discusso e approvato la proposta di legge del consigliere regionale Stefano Pastorelli (Lega) relativa alle modifiche alle «Norme per la ricostruzione delle aree colpite dagli eventi sismici del 2016», specificatamente rispetto all’articolo sulla conclusione della ricostruzione pubblica nelle aree colpite dal sisma del 1997, i cui termini vengono sostanzialmente prorogati di ulteriori 12 mesi. La commissione ha approvato la legge a maggioranza, con cinque sì dei commissari della Lega e l’astensione di Vincenzo Bianconi (Misto). Michele Bettarelli (Pd) non ha invece partecipato al voto. Relatore di maggioranza in Aula sarà Stefano Pastorelli. Nel corso del suom intervento Michele Bettarelli (Pd) ha sottolineato che «nel 2022 ancora interveniamo sui termini previsti per la ricostruzione e la rendicontazione rispetto al sisma del 1997. Esistono degli accordi scritti con il ministero – ha chiesto – circa la correttezza di questo intervento e rispetto alla contabilità speciale prevista per la ricostruzione? Servirebbero dati e numeri che giustifichino l’approvazione di questa modifica di legge che va ad intervenire su termini che dovevano essere perentori. Sarebbe opportuno avere informazioni circa gli interventi e i Comuni a cui questa modifica legislativa è rivolta. In assenza di un chiarimento su questi punti e sulla legittimità della proroga – ha quindi spiegato – non parteciperò al voto». Stefano Pastorelli (Lega) ha affermato che «alcuni Comuni dell’Umbria hanno richiesto questo tipo di intervento e di proroga, come è già avvenuto in passato». Stefano Nodessi (direttore regionale) ha quindi spiegato che «la ricostruzione degli edifici pubblici non si è conclusa. Ogni anno, in base alle disponibilità di bilancio, vengono assegnati ai Comuni fondi ulteriori per completare la ricostruzione. I Comuni hanno dovuto affrontare il sisma 2016 e poi la pandemia e questo ha comportato dei rallentamenti. La proposta di dilazione dei termini consentirà a tre Comuni di portare a termine le procedure che sono state già avviate rispetto a progetti già approvati. I fondi ministeriali sono già nel bilancio regionale. Se la proroga non viene approvata i finanziamenti a quei tre Comuni devono essere revocati». Valerio Mancini (Lega) ha sottolineato che «il terremoto del 1997 ha portato a gravi e diffuse conseguenze. È importante cercare di agevolare la conclusione della ricostruzione, che sconta effettivamente un certo ritardo».

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