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Schiacciato da lastre di vetro, muore sul lavoro a 65 anni

Dramma in un’azienda dell’Alto Tevere

SAN GIUSTINO (Perugia) – Morte sul lavoro a San Giustino dove un uomo è rimasto schiacciato da lastre di vetro nell’azienda in cui stava lavorando.

L’allarme del tragico incidente è stato dato dai colleghi dell’uomo, che hanno chiamato 118 e i carabinieri di Città di Castello, ma per il 65enne non c’era più nulla da fare. La vittima, Enzo Boriosi, era toscano residente a Sansepolcro e l’azienda si trova alla periferia del comune altotiberino. Sul posto sono arrivati anche i tecnici del servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro della Usl Umbria 1, impegnati a capire se siano state rispettate le norme anti infortuni.

I SINDACATI

«Le morti sul lavoro sono tutte inaccettabili, quella di un uomo di 65 anni che finisce schiacciato da lastre di vetro lo è ancora di più. Aldilà della ricostruzione della dinamica del drammatico incidente mortale sul lavoro accaduto a San Giustino (sono in corso accertamenti ), come Cgil, Cisl e Uil del territorio non possiamo non gridare tutta la nostra rabbia e indignazione per un’altra vita spezzata, per l’assurdità di finire uccisi nello svolgimento del proprio lavoro, un lavoro pesante ad un’età decisamente inadatta». Così in una nota Fabrizio Fratini, Antonello Paccavia e Sandro Belletti per Cgil, Cisl e Uil Alto Tevere.
«Nel 2021 in Italia 1221 persone sono morte sul lavoro, più di 3 al giorno – continuano i sindacati – alle quali vanno aggiunti 555mila infortuni e 55mila patologie professionali. La nostra regione è tra le peggiori del paese per incidenza di morti sul lavoro (23 lo scorso anno) e per questo il sindacato confederale, con tutte le strutture di tutela contrattuale collettiva (categorie, rsu, delegato alla sicurezza, etc) è impegnato ad arginare questo drammatico fenomeno. Ma se non si ripristineranno congrue risorse umane e strumentali nel sistema di prevenzione pubblica, e se non si rimetterà al centro la dignità e la sicurezza del e nel lavoro, sarà molto difficile porre fine a questi delitti», concludono Fratini, Paccavia e Belletti.

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