di Marco Brunacci
PERUGIA – Dopo le anticipazioni di ieri, ecco una lettura in controluce del comunicato ufficiale uscito dall’incontro tra Tesei e Arvedi. Intanto: il ritorno del Magnetico a Terni verrà a minuti annunciato come la novità del futuro, facendo seguito a indiscrezioni che Umbria7, solitaria, riporta ormai da un anno almeno. Ma è utile anche guardare a quello che scrive ufficialmente la Regione e quello che dice nell’intervista, sempre ufficiale, la presidente Tesei.
È di grande rilievo che la presidente della Giunta abbia avuto la garanzia di un miliardo di investimenti sul polo ternano dell’acciaio da parte del Gruppo Arvedi, con il cavaliere Giovanni in persona che legge e sottoscrive. Un miliardo significa 300 milioni in più dall’ultimo annuncio (da aggiungere ai 700 spese per l’acquisto). Significa che a Terni si gioca una fetta decisiva del futuro della regione. Se – come tutto fa pensare – non ci saranno intoppi, qui c’è un aumento del Pil dell’Umbria di più di un punto, forse 1 punto e mezzo.
Bisogna leggere con attenzione e capire bene quando la presidente Tesei afferma nell’intervista ufficiale che “è soddisfatta degli impegni presi per l’ambiente”.
Beh, sull’immagine è tutto chiaro: il piano industriale dgeli Arvedi si intitola “decarbonizzazione degli acciai speciali di Terni”. La svolta green è gridata. Ma c’è da capire quanto il Gruppo, dentro al miliardo di investimenti complessivi, metterà a disposizione della svolta green. Diciamo 100 milioni e siamo convinti di non andare lontano dal vero. Contro i 10 milioni miseri tirati fuori dai tedeschi è una rivoluzione.
Fin qui i lettori affezionati e attenti di Umbria7 poche novità avranno avuto rispetto alle anticipazioni già fornite.
Però sull’occupazione c’è stata una sottolineatura che merita di essere presa in considerazione: Tesei ha preso atto con soddisfazione nella sua intervista che il Gruppo Arvedi manterrà i livelli occupazionali.
Non sta a Umbria7 sottolineare che da qualche decennio è la prima volta che arriva un piano industriale che non preveda neanche un taglio. Ma chi invece sognava chissà quali e quanti assunzioni dovrà attendere l’attento esame dei livelli produttivi della fabbrica da parte dei manager dell’azienda cremonese. I quali – come già detto da Umbria7 – hanno dubbi sull’efficienza di alcuni settori. E garantiranno – questo par di capire dal comunicato ufficiale- assunzioni in più, man mano che il polo si svilupperà e sempre che tutto vada in porto come pensato.
Il ritorno del Magnetico per l’occupazione è fondamentale ma ci vorrà del tempo. Chi dice tre anni, chi pensa a qualche mese in meno.
Ma un discorso va fatto subito: se il miliardo di investimenti cadrà sul territorio almeno in larga parte – come chiesto da Tesei e assicurato dal Cavalier Giovanni – ci sarà un incremento degli occupati nell’indotto da subito.
Se non è proprio un’età dell’oro prossima ventura per Terni, almeno questa sì, tra tante incertezze mondiali, sembra una bella prospettiva.
Naturalmente, qui come in tutte le belle storie si staglia all’orizzonte, ogni volta, una strega cattiva che tiene in ansia il banchetto della festa: qui la questione si chiama a centrale a idrogeno.
Nella decarbonizzazione annunciata, la centrale a idrogeno è decisiva. Lo abbiamo detto in sede di presentazione, lo ripetiamo da mesi e mesi.
Non c’è alcun motivo per pensare che il Governo abbia idee diverse, però la partita è enorme. Perchè la centrale a idrogeno non diventi una spada nella roccia – come detto già – e serva un mitico re Artù per tirarla fuori è necessario prima di ogni altra cosa che tutte le forze in campo si coalizzano per far un discorso semplice: a Terni può nascere – e tutto lo fa pensare – un polo dell’acciaio di rilievo mondiale, che per anni può garantire benessere e supporto strategico industriale al territorio e all’intero Paese. Essendoci finanziamenti da utilizzare per creare centrali a idrogeno pulite (qui c’è l’innesco pulito a Cascate della Marmore, che è la ciliegina sulla torta) per servire aziende energivore fondamentali per l’Italia, non si vede come si possano avanzare obiezioni.
Ma questo è un Paese strano. E qui, nella piccola Umbria, nella valle ternana, deve nascere la più grande centrale a idrogeno italiana. C’è da scommettere che ci sarà la fila di quelli che hanno obiezioni, un sì ma forse, un’ipotesi diversa da verificare.
Per questo qui si gioca la partita del futuro ed è una partita che va solo vinta.
Tutto il resto passa in secondo piano,anche se – come già anticipato in ede di presentazione – non sono tutte rose e fiori (soprattutto per collegamenti e trasporti).
Una bella notizia è che il cavalier Giovanni Arvedi è arrivato all’incontro con Tesei, nella sede regionale, con il pulmino che sembrava quello dei 4 dell’A-team. Niente cerimoniali e autisti. Il Cavaliere è davvero. come dicono – un industriale all’antica, tutto fabbrica e contenuto, abbasso frivolezze e immagine, e questo da solo è una garanzia di serietà per il futuro.
Il resto lo hanno fatto i tanti sorrisi con la governatrice, che a riga 8 del comunicato ufficiale servono per dire che il confronto tra i due protagonisti, iniziato nel modo giusto, continuerà intenso e proficuo anche nel futuro.
Abbastanza per stare sereni? Via, anche con tutto quel che succede in giro, un po’ sì.



