G. Scarpati e N. Venturini
foto di Karen Di Paola

Per Castiglione Cinema una quinta edizione di grande partecipazione

Quattro grandi nomi ad animare l’ultima giornata

CASTIGLIONE DEL LAGO (Perugia) – Giulio Scarpati e Nora Venturini tra gli artisti a chiudere la quinta edizione di “Castiglione Cinema – Rdc incontra”, festival organizzato dalla Fondazione Ente dello spettacolo, a palazzo della Corgna a Castiglione del Lago che ha riscosso quest’anno grande successo. Un incontro con il pubblico per descrivere quarantuno anni insieme ricchi di esperienze condivise e di sostegno professionale.

«Quando va bene in famiglia c’è un artista, quando va male ce ne sono due – ha scherzato la Venturini – Il primo che legge i miei romanzi è Giulio. Facciamo due professioni che camminano individualmente ma che si sono incontrate. Ci scambiamo opinioni, il confronto c’è sempre».
«La competizione sul piano professionale non c’è mai stata – ha detto Scarpati – Se c’è un successo forte, l’una ha il compito di tenere l’altro con i piedi per terra e viceversa. Il giudizio della persona a cui vuoi bene significa dire cose vere e non ipocrite. Il consenso ecumenico fa male all’artista. Così come avere troppi soldi per fare qualcosa. Stimolare la creatività senza mezzi produce cose belle. La vita insieme ci ha permesso di bilanciarci e aiutarci a vicenda».
L’attore ha poi letto alcuni passi del libro “Paesaggio con ombre” (Mondadori editore), ultima pubblicazione di Nora Venturini che, sul genere ha aggiunto: «Andrea Camilleri ha dato dignità italiana al genere, visto come occasione per offrire uno spaccato sociale sulla contemporaneità. Il giallo è raccontare un fatto drammatico con una lente che spesso è filtrata da una battuta comica e dall’ironia».

G. Piccioni e M. Buy a Castiglione Cinema
foto di Karen Di Paola

È stato poi il momento dell’incontro con Margherita Buy e Giuseppe Piccioni, il cui rapporto artistico ha radici lontane. «Devo ammettere che sono stato molto fortunato a lavorare con Margherita Buy – ha detto il regista – si tratta di un rapporto speciale, una strana amicizia mai sciupata. Io faccio finta di essere rude e lei si adatta con dolcezza. Lei è una musa, mantiene sempre una sua integrità». «Giuseppe è un regista che ama molto le donne – ha commentato la Buy – Noi attrici difficilmente ci sentiamo capite dagli uomini che ci dirigono infatti io lavoro molto bene con le registe perché il dialogo è più semplice. Lui sa entrare nel nostro mondo, si identifica con noi: la bellezza di lavorare con lui sta nella possibilità di interpretare ruoli al di là degli stereotipi».

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