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Carenza idrica in Umbria: l’Unione dei Comuni Terre dell’olio e del Sagrantino chiede un incontro con la Regione

In una lettera il presidente Bernardino Sperandio chiede che il progetto non venga dimenticato

TREVI (Perugia) – Con l’aumento delle temperature, torna a farsi sentire anche in Umbria il problema della carenza idrica. Ad accendere i riflettori sull’argomento è l’Unione dei Comuni delle Terre dell’olio e del Sagrantino, ovvero i Comuni di Bevagna, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo, Massa Martana, Montefalco e Trevi.

Con una lettera indirizzata alla Regione Umbria, alla presidente Donatella Tesei e all’assessore regionale Roberto Morroni, oltre che al Consorzio della bonificazione umbra, all’autorità umbra per rifiuti e idrico (Auri), all’Ente acque umbre toscane (Eaut) e all’autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, l’ente presieduto da Bernardino Sperandio (sindaco di Trevi) chiede un incontro urgente in merito al progetto di adduzione dell’acqua proveniente dalla diga Casanuova sul Chiascio, a Valfabbrica, che dopo 60 anni vedrà la prima erogazione nel 2026 ma non più a vantaggio di questi territori, bensì del Trasimeno.
«Il progetto infatti – spiega il presidente Sperandio – originariamente prevedeva di portare l’acqua a scopo irriguo nella Valle umbra sud e precisamente nei Comuni di Cannara, Bevagna, Montefalco, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo, Trevi, Campello sul Clitunno e Spoleto. A questo scopo, il Consorzio della bonificazione umbra nel tempo ha realizzato vari invasi per l’accumulo dell’acqua. Recentemente sono stati stanziati anche dei fondi per realizzare delle vasche di accumulo nel Comune di Montefalco, per l’irrigazione dei vigneti. Esiste anche una condotta dell’acqua proveniente dalla diga di Valfabbrica che ad oggi però possiamo annoverare tra le grandi opere incompiute, in quanto è rimasta ferma ai confini dei Comuni di Bevagna e Cannara. Per completare l’opera l’Eaut ha redatto il progetto esecutivo ad oggi cantierabile per un importo di circa 32 milioni di euro che dovevano essere finanziati all’interno dei fondi Pnrr o comunque con fondi ministeriali. Purtroppo, ad oggi non è nota nessuna fonte di finanziamento dell’opera, mentre ci risulta che sono stati destinati fondi per un progetto valutato sui 120 milioni di euro che dovrebbe condurre l’acqua della diga di Valfabbrica nel territorio del Trasimeno, dove già è previsto l’uso dell’acqua proveniente dalla diga di Montedoglio. Fermo restando che la questione del cambiamento climatico e della conseguente emergenza idrica è un problema di tutti, non possiamo lasciare che un territorio come il nostro, fortemente vocato all’agricoltura, venga “dimenticato” Il progetto della diga di Valfabbrica aveva come priorità di portare l’acqua nella nostra Valle, perché ‘dirottarla’ al Trasimeno? Aspettiamo di essere convocati per conoscere la volontà della Regione dell’Umbria in merito».

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