di Marco Brunacci
TERNI – L’argomento è complesso, sono invitati ad astenersi dal dibattito (e dalle possibili soluzioni) i tifosi, non quelli di calcio ma quelli della politica, e in particolare gli ultras di questo genere perché non aiutano.
Parliamo dello stadio con clinica, progetto del presidente della Ternana Bandecchi, e per il quale a fine agosto è attesa la prima svolta.
Ritenendo sommamente inutile il referendum tra favorevoli e contrari, ecco come stanno le cose.
Il presidente Bandecchi ha proposto, sulla base della legge sugli stadi, un impianto sportivo al quale abbinare, non il consueto centro commerciale, bensì una clinica.
La legge sugli stadi lo consente?
Secondo i legali di Bandecchi sì, eccome. Secondo l’assessorato alla sanità della Regione Umbria non tutto è così evidente e quindi ha ritenuto opportuno consultare esperti per un parere rispetto a due quesiti:
1.la legge sugli stadi consente la realizzazione, nel progetto di uno stadio, di una clinica vera e propria (non una palestra con annesso ambulatorio per la traumatologia, già realizzata, in un caso, in Italia)?
2.la legge consente di convenzionare una clinica (perché Bandecchi chiede, per una parte almeno dei posti letto che si vanno a realizzare, il convenzionamento) solamente dopo che è stata realizzata. Non prima. Così la legge sanitaria. Applicando la legge sugli stadi – come sostengono i legali di Bandecchi – si può fare eccezione? E quindi convenzionare prima della costruzione?
Alla fine di agosto arriva il verdetto degli esperti interpellati dalla Regione. Se c’è conformità di vedute con il team di Bandecchi si passa alla fase due.
Quindi: la sanità regionale deve decidere se aumentare le proprie spese per il privato (che non solo è il demonio sanitario, ma spesso una soluzione proprio in favore di chi ha meno possibilità), cosa legittima nell’Umbria che impegna una quantità non elevata in questo capitolo di spesa, ma che può essere considerata poco opportuna in un momento di grande attenzione ai conti di Asl e Aziende ospedale, visti gli sbilanci che arrivano dal passato recente e remoto.
Oppure optare per una ripartizione diversa dei soldi al comparto convenzionato (non è il caso di dire privato). Quindi: togliendo posti letto convenzionati a Perugia per darli a Terni.
Ben inteso: si tratta di un riequilibrio più che legittimo (per altro è in corso anche un investimento massiccio della sanità pubblica regionale sul Ternano, 600-700 milioni tra l’ospedale nuovo di Terni e quello di Narni-Amelia) perché al momento il conto è tutto sbilanciato su Perugia.
Ma il problema è il seguente: a chi li togliamo questi posti letto convenzionati? E, soprattutto, in base a quali disposizioni normative, se ci sono contratti in essere tra soggetto pubblico e soggetti privati che non possono essere certo disattesi?
Ma, attenti, con i problemi non ci si ferma qui.
Ammesso che tutti fili per il verso della clinica convenzionata a Terni, va da sè che a quel punto sarà compito della Regione Umbria indire una gara trasparente, aperta a tutti i soggetti interessati, tra i quali, si immagina ci sarà anche Bandecchi, che è stato il primo ad aver intuito il bisogno di Terni e la possibilità di realizzare le due strutture (stadio e clinica) insieme.
Ma non è escluso alcun finale. Un qualunque altro soggetto può fare una offerta più vantaggiosa per la Regione e aggiudicarsi la gara trasparente.
Sarà abbastanza per dire che i tifosi (politici) di ogni soluzione si devono far da parte? E basterà quanto detto per affermare una volta per tutte che occorre ragionare nè col cuore nè con la pancia, bensì con la testa?
L’argomento è delicatissimo e complesso. Umbria7 ci tornerà, ma solo partendo da queste osservazioni.