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Trasporti, con la gara unica costi aumentati, servizi in calo e lavoratori a rischio: la Regione torni indietro»

Bori scrive alla presidente Tesei e all’assessore Melasecche

PERUGIA – «Abbandonare l’idea della suddivisione della gara per il trasporto pubblico locale in quattro bacini e tornare a quella con un bacino unico. Una decisione che permetterebbe risparmi dei costi e porterebbe benefici agli utenti».

Così il vicepresidente della Terza commissione, Tommaso Bori, segretario regionale del Partito Democratico, in una lettera inviata alla presidente della Regione, Donatella Tesei e all’assessore regionale ai Trasporti, Enrico Melasecche, anche in seguito alla mobilitazione che i sindacati hanno avviato sul tema.
«La decisione di procedere ad una gara unica – dice Bori – permetterebbe un risparmio dei costi e maggiori benefici per gli utenti, oltre che una tutela per i tantissimi lavoratori umbri del settore. Occorre infatti chiarire che il decreto legge 50/2017 stabilisce che, nonostante non ci sia un obbligo in tal senso, qualora comunque l’ente decidesse di suddividere la gara in più lotti, chi rileva i lavoratori dipendenti dell’azienda assegnataria del servizio fino a quel momento non ha l’obbligo di recepire il contratto di secondo livello, per cui gli autisti subirebbero una notevole diminuzione della retribuzione, a fronte di un lavoro con tante responsabilità e fisicamente molto impegnativo».
«E’ in questo quadro che non possiamo non sottolineare – continua Bori – la gravità della scelta di non effettuare una gara unica ma di suddividere in quattro diversi bacini l’Umbria. Il tutto dopo il suggerimento di un advisor al quale la giunta ha affidato l’intero dossier. Quattro bacini che riguarderebbero le corse urbane di Perugia, tutto l’extraurbano, l’area di Foligno-Spoleto e poi quella di Terni. La gara dovrebbe essere effettuata entro la fine del 2022, a ben dieci anni dalla scadenza di quella precedente. Tale scelta è un errore perché non permetterebbe le necessarie sinergie ed economie di scala, causando un aumento automatico dei costi, non un risparmio economico. Basti pensare al fatto che quattro bacini equivarrebbe a quattro strutture tecnico-amministrative anziché a una unica, così come vorrebbe dire un moltiplicarsi anche dei consigli di amministrazione e delle relative nomine. Un lotto unico determinerebbe invece la salvezza del Trasporto Pubblico Locale e la sola strada da percorrere non solo a beneficio degli utenti, in particolare di quelli delle aree più periferiche, ma anche a beneficio dei lavoratori».

Nella lettera alla presidente Tesei, Bori evidenzia anche che non esiste alcun obbligo previsto dal decreto legge 50 del 24 aprile 2017. «Il provvedimento stabilisce che i bacini di mobilità per i servizi di trasporto pubblico regionale e locale sono determinati dalle Regioni e che comprendono un’utenza minima di 350.000 abitanti ovvero inferiore solo se coincidenti con il territorio di enti di area vasta o di città metropolitane. La normativa nazionale vigente non prevede alcun obbligo per la Regione Umbria di procedere ad uno spacchettamento del territorio in quattro parti. Chiediamo dunque alla Regione di tornare sui propri passi».

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