Elezioni, il ministro della difesa Guerini a Terni: «Previste 164 assunzioni per l’ex-fabbrica d’armi»

Tanti gli argomenti trattati, dallo scandalo dei fondi russi fino al conflitto ucraino

di Luca Ceccotti

TERNI – A dieci giorni dall’election day italiano, il ministro della difesa Lorenzo Guerini è stato in visita a Terni nel gazebo e poi alla sede cittadina del PD. Ha avuto modo di toccare svariate tematiche legate al suo ministero, come le criticità legate allo scandalo dei presunti fondi russi alla Lega, il conflitto in Ucraina e ovviamente anche il rilancio del polo ternano di mantenimento della armi leggere (ex-fabbrica d’armi) di cui si era già discusso mesi fa.

Per quanto riguarda i fondi russi, il ministro è stato breve e incisivo: «Gli italiani meritano di sapere se queste presunte intromissioni abbiano avuto o meno dei riverberi politici di medio o ampio spessore. Bisogna essere molto cauti sulla faccenda ma il caso merita tutte le attenzioni possibili. Recentemente anche il Copasir ha dedicato un capitolo a fondi terzi e relative comunicazioni».

In merito alla guerra in Ucraina e all’aiuto italiano con l’invio di armi, nodo in qualche modo protagonista anche della campagna elettorale per l’eventuale innalzamento del Pil di un punto percentuale legato proprio alle spese militari, Guerini ha spiegato: «Agisco come ministro per il parlamento. La lotta dell’invasione russa in Ucraina va combattuta anche con le armi. Non ho sinceramente stima di qualche politico che prima vota una cosa e poi decide di farne un’altra. Per salvare la popolazione ucraina la posizione dell’Italia deve essere chiara, ferma e decisa. C’è in gioco la credibilità internazionale e un sistema delicato di alleanze per noi, specie se pensiamo al contraltare di un singolo aumento di un punto percentuale».

Infine sul territorio, passando all’ex-fabbrica d’armi: «Sono 164 le assunzioni in arrivo al polo di mantenimento delle armi leggere di Terni – dice Guerini -. Non risolvono di certo i problemi in termini assoluti ma permettono di affrontare l’emergenza e avere un respiro futuro, su cui vale la pena fare un ragionamento di prospettiva. La privatizzazione non è la strada che vogliamo seguire, piuttosto un piano industriale coerente e complessivo». Il piano assunzioni già finanziato prevede nuovi ingressi da tre bacini normativi, che a livello nazionale portano le previsioni della Difesa da poche unità a 3 mila.

Di queste, la ricaduta sull’ex-fabbrica d’armi ternana è di 13 unità dal reclutamento straordinario, 90 da quello ordinario e altre 60 dal Dpcm del marzo 2022. «Manca solo l’espletamento delle procedure – assicura e conclude Guerini -. Siamo consapevoli dell’importanza di questa realtà. Il mio impegno sarà fare in modo che sia data concretezza a queste previsioni».

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