di Arianna Sorrentino
PERUGIA – «Lo chiamavo al telefono e non mi rispondeva. In quelle ore qui c’era il caos. Ho contattato allora padre Fermino Giacometti: mi ha detto di rimanere a casa e di preparare qualcosa per mia mamma. Poi è arrivato, l’ha abbracciata senza dire nulla. Allora ho capito».
Giuseppe Api ha perso il fratello, padre Angelo Api, durante la terribile seconda scossa del terremoto del 26 settembre 1997. Gli occhi si inumidiscono e la voce si spezza. A guardarlo e a sentirlo, sembra che Giuseppe stia rivivendo quegli attimi drammatici. Oggi sono trascorsi 25 anni: per ricordare la tragedia è stata organizzata una celebrazione eucaristica nella Basilica superiore di San Francesco, proprio dove Padre Angelo Api insieme ad altre tre persone, ha perso la vita. Indelebili sono le immagini del crollo della volta della Basilica, come lo sono i ricordi fin troppo nitidi di Giuseppe. «Quella mattina Papa Giovanni Paolo II chiese al Sacro Convento di Assisi di ospitare sette pullman di polacchi, prima di farli rientrare a Cracovia. La notte c’era stata la prima scossa del terremoto, per cui era necessario un sopralluogo in basilica per vedere se era possibile celebrare una messa per loro lì. È stato sottovalutato. Alle 11.43 è venuto giù tutto».
La seconda scossa che ha sbriciolato la volta della cappella ha spezzato vite e ha messo in ginocchio un’intera comunità: 48 comuni coinvolti tra l’Umbria e le Marche, 11 morti, un centinaio di feriti e migliaia di sfollati. La frattura è dolorante e Giuseppe per lenirla ricorda con il sorriso il fratello: «Ventisette anni fa abbiamo piantato degli olivi insieme. Oggi io ho portato un’offerta alla cucina Sacro Convento: olio di oliva, proprio dagli olivi a noi cari. Lui mi diceva sempre che l’olivo è un simbolo di pace e fraternità».
Lunedì 26 settembre, a partecipare alla messa in ricordo delle vittime il sindaco di Assisi Stefania Proietti, la presidente della Regione Donatella Tesei e il prefetto di Perugia Armando Gradone. Presenti anche il ministro alle infrastrutture Enrico Giovannini e il commissario straordinario della ricostruzione post sisma 2016 Giovanni Legnini. Quest’ultimo, dopo aver ricordato l’importanza della memoria, ha accennato alla ricostruzione di Castelluccio di Norcia, colpito dal terremoto del 2016: «Si sta demolendo Castelluccio perché si sta progettando una ricostruzione innovativa. Sarà un esempio per il mondo della ricostruzione con tecniche antisismiche avanzatissime. Si sta proseguendo». E poi, una novità: «Il 3 ottobre si aprirà il cantiere di Sant’Eutizio di Preci. Abbiamo impresso un ritmo accettabile a questa ricostruzione, pur in un contesto di grave difficoltà legate al mercato e alla difficoltà di avere dei professionisti, imprese e all’esplosione dei prezzi».








