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La poetica di David Cronenberg ad aprire il “Cinema ritrovato” del Politeama Lucioli di Terni

Introduzione al film a cura di Sentieri del cinema

R.P.

TERNI – Torna a Terni il “Cinema ritrovato”, stagione di classici restaurati, che tornerà sul grande schermo al Politeama Lucioli a partire dal prossimo fine settimana e vedrà protagonisti diversi titoli noti al pubblico, tra cui “Psycho” di Alfred Hitchcock, “Cantando sotto la pioggia” di Stanley Donen e Gene Kelly, “Strade perdute” di David Lynch, “Sciuscià” di Vittorio De Sica, “I guerrieri della notte” di Walter Hill.

Si inizia il 27 e 28 settembre con la proiezione di “Videodrome”, il manifesto della poetica della mutazione di David Cronenberg, summa di tutta una serie di sue caratteristiche linguistiche e tematiche, ma anche uno dei film più rivoluzionari del regista, capace di cogliere in maniera straordinaria lo spirito del tempo in cui è stato girato: un tempo in cui il medium televisivo era entrato nelle case di tutti e aveva iniziato a modificarne la struttura mentale. Introduzione al film a cura di Sentieri del cinema alle 20.45, proiezione alle 21. La visione del film è vietata ai minori di 14 anni.
“Videodrome”, come lo descrive il critico cinematografico Gianni Canova: «È un film paradigmatico, pluristratificato e scioccante. Sconvolgente come un’allucinazione, lucido e denso come un saggio teorico sul mondo mass-mediale in cui ci è dato di vivere. Raramente il cinema ha portato così in profondità la riflessione su se stesso, sul proprio senso, sul suo rapporto con gli altri media e con il corpo degli spettatori. […] Cronenberg riflette sull’intossicazione iconica derivata dal consumo di immagini televisive e sulle modificazioni fisiche e antropologiche che la diffusione della tv sta apportando all’apparato percettivo umano. “Videodrome” ha cioè la forma inquietante di un’interrogazione problematica sulla natura riproduttiva delle immagini e sul rapporto di ambivalente fascinazione e repulsione che l’occhio umano prova di fronte ai propri sogni e ai propri incubi reificati e incessantemente riprodotti sullo schermo della tv».

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