di Francesco Petrelli
PIEDILUCO (Terni) – «Mi chiamo Francesca e sono di Piediluco, ho un nipote autistico di otto anni a cui non voglio solo un mondo di bene, gli donerei se potessi anche il mio cuore». Pochi giorni fa- prosegue Francesca- l’ho portato ai giardini pubblici a piazza della Resistenza a Piediluco intitolati a Don Mario Baciarelli, un uomo che a Piediluco ha dato tanto in termini di inclusione e partecipazione per tutta la comunità lacustre. «Mio nipote voleva salire a tutti i costi sull’altalena ma per fortuna mi sono accorta che avevo difronte una situazione sconcertante e pericolosa. Per un bambino autistico il rischio sarebbe stato troppo grande, l’unica altalena presente con un seggiolino aggiustato dal vecchio Gelso con una vecchia corda di una serranda l’altalena, un uomo ancora con la bottega aperta per le riparazioni di autoveicoli e biciclette.
La correzione non era adatta a mio nipote perché quella era destinata a bambini più piccoli, nonostante tutto è voluto salire a tutti i costi sul seggiolino e grazie all’aiuto di un presente siamo riusciti nell’intento». In quel momento Francesca ha provato una sensazione mista a rabbia e tristezza, ringrazia Gelso ma non accetta il menefreghismo dell’amministrazione,« tutto ciò mi addolora e mi lascia sbigottita. Da cittadina pago le tasse e pretendo rispetto, soprattutto per mio nipote, indifeso e bisognoso di aiuto. Il problema è stato più volte segnalato all’amministrazione e la sicurezza dei giochi, che a Piediluco non è un caso isolato, non può più essere sottovalutata. La sicurezza dei bambini, e soprattutto quando si parla di disabilità, non ammette nessuna discussione, l’intervento deve essere immediato. Lo devo a mio nipote e non smetterò di denunciarlo finché non verrà ripristinata un’area per tutti i bambini».
Francesca conclude con un rammarico, «il sindaco spero che capisca il mio grido di allarme, lasciare un parco incustodito con tutti i rischi è veramente vergognoso e gli organi preposti alla prevenzione e sicurezza se ne dovrebbero fare carico. A Piediluco vero polmone turistico di Terni tutto è permesso, siamo stanchi di subire e quando si toccano i propri affetti la ragione viene meno».


