di Marco Brunacci
La conferenza “Etica ed economia” di Nemetria è tornata in presenza a Foligno e ha portato personalità di primo piano a confrontarsi con un tema come la “Tutela del risparmio”, tra i più delicati in questo momento. Tutto molto interessante ma ciò, anche in chiave locale, che merita un’attenzione speciale è la riflessione conclusiva del professor Giuseppe De Rita, presidente del Censis: «La politica – ha detto – deve prendersi la responsabilità di gestire il futuro del risparmio. Si tratta di 30mila miliardi in più ogni anno che non sappiamo dove vadano. In Italia la politica negli ultimi due anni si è disinteressata ai bisogni classici del welfare. Non c’è stato significativo intervento nella scuola, nella sanità e si è andati verso politica dissennata dei bonus».
Analisi impietosa, perfino cruenta, ma carne e sangue della crisi sociale. Prosegue: «Continuiamo a parlare di povertà ma non sappiamo quali sono i bisogni reali». Niente fioretto, colpi di sciabola per dire che decenni di interventi nel sociale hanno lasciato le famiglie a essere in larga parte welfare di se stesse (attraverso il risparmio, per chi lo ha, e sono comunque tanti in Italia, molto più che altrove). Riprende: «E chi lo sa quali sono i bisogni, solo le famiglie, a cui oggi vengono attribuiti i doveri di pensare all’anziano, di pensare ai nipotini che non vanno a scuola, a spendere per un ospedale o per un medico”.
L’analisi lucida, porta alla conclusione: per De Rita ora la politica deve «gestire il risparmio, per supportare le famiglie».
Pensare: dopo un gran numero di interventi diretti con svariate ispirazioni ideali, ecco che i tanti Governi scoprono di aver messo solo toppe al vestito, alcune a peggiorare il tessuto connettivo del Paese. Merita una sottolineatura anche l’ultima chiosa: «La speranza – dice De Rita – è che ci siano sempre di più banche locali che facciano restare i risparmi nella realtà locale per tutelare l’attività sociale». Tema: ce ne sono ancora? Ce ne sono abbastanza?


