TERNI – La rabbia dei lavoratori della Treofan irrompe nel consiglio comunale. Un consiglio peraltro alle prese con tensioni nella maggioranza di centrodestra: con il gruppo della Lega decimato. Ma se il malessere della maggioranza è strisciante quello dei lavoratori è davvero palese. Tra quattro mesi scade la cassa integrazione e gli ex dipendenti temono di rimanere in mezzo ad una strada. Sono andati a Palazzo Spada a protestare, a far sentire la loro voce preoccupati perché la vertenza al Mise è ferma.
Parole critiche nei confronti delle istituzioni ma anche del sindacato che non li avrebbe sostenuti in questa battaglia contro i giganti delle multinazionali. I lavoratori hanno ottenuto l’attenzione del sindaco Latini, del presidente del consiglio Ferranti, dei capigruppo di maggioranza e di minoranza. Hanno ricostruito il loro dramma lavorativo: la Treofan che chiude, la liquidazione che è alle prese con un’unica offerta di subentro, il business plan che è all’esame del Mise.
Le istituzioni hanno cercato di rassicurare i lavoratori. Particolarmente preoccupati: «Molti di noi hanno oltre 50 anni, siamo fuori dal mercato del lavoro». Nei prossimi giorni saranno auditi dalle commissioni consiliari. L’aula è apparsa presa dalla vicenda della Treofan ma anche dalle tensioni interne. Assenze vistose nel gruppo del Carroccio, soprattutto nella fase iniziale. La Lega è in subbuglio per la nomina dell’amministratore di Terni Reti. Vuole, come è noto, Leonardo Fausti, mentre Fdi preferisce Stefano Stellati. Per lunghi tratti il numero legale è stato garantito dalle opposizioni che hanno votato insieme alla maggioranza anche l’ingresso di due nuovi consiglieri, Mecarelli e Antonietti.
La maggioranza che ha vinto il congresso vuole mostrare i muscoli nei confronti dell’amministrazione comunale (la nomina su Terni Reti spetta al sindaco), mentre la minoranza è più dialogante. Comunque chi era in aula parla di facce scure e tese per tutti.
