di Marco Brunacci
TERNI – Il d-day è giunto. Stefano Bandecchi, presidente della Ternana, primo candidato alla carica di sindaco, incontra la gente di Terni.
Essendo eccellente imprenditore, brillante protagonista della vita economica nazionale, potenziale protagonista, con la sua Alternativa popolare, della scena politica prossima ventura, non gli saranno sfuggite le anomalie di questo modo di candidarsi e di progettare una eventuale sindacatura.
A ogni buon conto, un breve promemoria può essere utile.
1.Avendo Bandecchi cosi poco tempo per i suoi gravosi e molteplici impegni, la sua popolarità rischia di essere legata tutta o in larga parte agli alti, e anche agli inevitabili bassi, della squadra di calcio. Il Signore non voglia che si voti il giorno dopo del 3 a 0 in casa beccato col Como.
2.Se c’è un mestiere che si fa con la presenza assidua sul territorio, la frequentazione certosina delle polverose stanze della sede comunale, la paziente disciplina quotidiana di ascolto dei cittadini, fino all’ultimo dei loro tiramento, questo è il mestiere del sindaco.
Se c’è un posto dove anche la piu brillante delle idee va passata nella fucina del pubblico confronto, per essere affinata e resa praticabile, questa è la casa comunale.
Per carità, qualche colpo di genio – sempre tutti pronti a stupirci – è benvenuto, ma quel che conta è il tempo a disposizione della città. La qualità del tempo? No, la qualità solo se insieme c’e’ la quantità.
Quindi, andando a concludere: scusi presidente Bandecchi, se ha un attimo per una domanda, quando pensa di trovare il tempo per fare il sindaco?
3.Difficile trovare cittadini, e osservatori in generale, che non condividano e sottoscrivano la quasi totalità delle critiche fatte da Bandecchi al sindaco Latini e alla sua deficitaria amministrazione.
Ma l’unico risultato ottenuto da Bandecchi con la sua fragorosa discesa in campo è stato quello di compattare il centrodestra intorno al sindaco uscente. La ricandidatura, in larga parte, è “merito” suo.
E la politica è identica al calcio, quello che serve è il risultato. Inutile contare le occasioni sotto porta. E i rigori non si tirano bene o male, ma si mettono dentro o si sbagliano.
4.Sul fatto poi che non vi siano più i “salvatori della patria” di una volta, tutti concordano. Non solo è un mestiere difficile di suo, ma è sempre più ingrato.
L’ottimo presidente della Ternana è capace di acute riflessioni e di rapide decisioni. C’è ancora tempo per approfondire.
Magari quest’anno Babbo Natale, con la crisi energetica che c’è in giro, risparmia sui regali e porta consiglio.
