di Marco Brunacci
PERUGIA – Lampi sull’export dell’Umbria, di gran buon auspicio in vista della prossima stagione economica, annunciata come tormentata e piena di incognite.
La regione fa meglio, col suo 29.7 di incremento dell’export, da settembre 2021 allo stesso mese del 2022, della media nazionale italiana e di quella del Centro.
Lo certifica l’Istat che ha appena pubblicato la nota “Le esportazioni delle regioni italiane”, contenente l’andamento delle esportazioni per regione nel periodo gennaio-settembre 2022 e un confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente.
Nel periodo gennaio-settembre 2022, sono stati esportati beni e servizi umbri per un valore pari a 4,4 miliardi di euro: la crescita dell’export umbro è molto sostenuta (+29,7%), superiore, come detto, alla media nazionale (+21,1%) e del Centro (+23,9%).
L’Umbria è solo dietro alle Marche se il confronto si fa con le Regioni che hanno volumi di esportazione di qualche rilievo.
La vitalità dell’industria umbra è stata evidenziata dalla presidente Tesei, in sede di presentazione delle iniziative di sostegno alle famiglie attraverso della Fondazione antiusura.
«Tutti gli indicatori ci dicono – ha affermato la governatrice – che l’economia umbra fin qui ha retto alle sfide meglio della media del Paese. Se il 2023 sarà pieno di incognite, di sicuro ci trova pronti ad affrontarlo meglio di altri».
Ora si tratta di rafforzare gli ormeggi, ma sapendo che l’imbarcazione è solida ed è stato fatto un buon lavoro generale.
Va da sé che per la conferma della performance attuale sarà fondamentale il dato delle Acciaierie ternane, che da sempre fanno da traino all’export umbro. Ma questa volta la vivacità di tanti settori emergenti conterà in modo se non uguale almeno simile.



