TERNI – Povertà, solitudine, abitazioni inadeguate, difficoltà di accesso al sistema sanitario pubblico. Sono i “peggiori nemici” della popolazione anziana nella provincia di Terni.
Un dato che emerge con chiarezza dalla ricerca “Reggere nelle difficoltà: la condizione degli anziani nella provincia di Terni”, realizzata dal sociologo Ugo Carlone per lo Spi Cgil di Terni, sulla base di 720 questionari, somministrati ad iscritti e iscritte al sindacato pensionati, in una fascia di età compresa tra i 65 e gli 80 anni. «Questo studio ci restituisce uno spaccato molto chiaro della situazione sul nostro territorio – commenta Attilio Romanelli, segretario generale dello Spi Cgil di Terni – che ci dice prima di tutto come il 53 per cento del campione viva con pensioni inferiori ai 1300 euro lordi al mese e un 20-25 per cento addirittura con pensioni minime da meno di 700 euro lordi». Per Romanelli questo dato fotografa una «situazione esplosiva di povertà diffusa tra le persone anziane, in particolare donne e soggetti con un basso titolo di studio». A questo si aggiunge l’altro grande nemico delle persone anziane: la solitudine. «Ormai da anni, ma ancora di più dopo la pandemia – spiega il segretario Spi – il sistema di relazioni sociali e di solidarietà diffusa che ha storicamente caratterizzato il nostro territorio è andato in crisi, soprattutto nei centri urbani. Questo ha comportato la perdita di meccanismi di mutuo aiuto, di relazioni, di luoghi di incontro, come ad esempio i centri sociali per anziani, che sono in profonda difficoltà. Un fenomeno che ha ripercussioni pesantissime sulla vita delle persone più fragili e in modo particolare su quelle che vivono in abitazioni che favoriscono l’isolamento». Il tema della casa è infatti un altro nodo che emerge con chiarezza dalla ricerca dello Spi Cgil: «Più della metà del campione che abbiamo preso in esame dice di vivere in una casa che necessiterebbe di interventi di ristrutturazione – continua Romanelli – ma ben il 55 per cento di coloro che segnalano queste necessità non sarebbe in grado di sostenerne il costo. Un dato che fa molto riflettere proprio oggi alla luce delle scelte scellerate e classiste del governo Meloni sulla cessione del credito e sullo sconto in fattura per gli interventi edilizi».

Infine, ma non certo per ultimo, c’è il grande tema della sanità pubblica: «La stragrande maggioranza dei nostri anziani – spiega Romanelli – percepisce la propria salute come un bene non più tutelato e fortemente a rischio. Un problema ancora più stringente per chi soffre di più patologie o è non autosufficiente». Per lo Spi Cgil è evidente come il combinato disposto di povertà, isolamento e difficoltà di accesso al sistema sanitario costituisca un mix esplosivo rispetto al quale è necessario un drastico cambio di orientamento, in primo luogo da parte dei decisori politici. A fronte di questo, l’azione del sindacato pensionati è duplice: da una parte c’è la contrattazione sociale e territoriale che va rilanciata con i Comuni e con la Usl, dall’altra ci sono le azioni di mobilitazione e anche quelle di carattere legale, come la diffida alla Regione presentata dal sindacato pensionati di Narni-Amelia per le liste d’attesa che costituiscono ormai “un’oggettiva situazione lesiva dei diritti della persona” e sono prodotte da “disservizi e omissioni” che causano anche un danno economico allo stesso sistema sanitario pubblico.