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Il mercato coperto di Perugia in 2.800 metri quadri. Il viaggio nel cantiere | FOTO

Il sopralluogo

DI ARIANNA SORRENTINO

PERUGIA – La nuova struttura del mercato coperto è quella originaria del 1932, con la differenza dell’insediamento delle scale mobili e con una struttura con un grado di antisismicità importante. Si ritorna a parlare di un argomento caldo per Perugia che riguarda la valorizzazione del mercato coperto.

Nella mattina di martedì 21 febbraio la IV commissione consiliare Cultura presieduta da Michele Cesaro ha effettuato il sopralluogo al mercato coperto per fare il punto della situazione con l’ingegnere che ha diretto i lavori Marco Eugeni e che per l’occasione ha aperto le porte del cantiere. «La storia parte dal 1932 quando l’allora podestà Buitoni incaricò gli uffici tecnici comunali per fare un mercato che ovviasse alla problematica igienico sanitaria dei mercati all’aperto – spiega l’ingegnere Eugeni – Questa fu una delle prime opere realizzata in cemento armato». Un anno e mezzo di lavori e poi l’inaugurazione: un magazzino con le merci che arrivavano direttamente dal contado e poi c’era il mercato. La storia prosegue e «alterne vicende» hanno portato lo spazio nell’acropoli in declino. «Nel 2015 l’amministrazione comunale riesce ad intercettare un finanziamento europeo di 6 milioni: nel giro di un anno serviva fare un appalto», continua Eugeni. I lavori sono consistiti principalmente nella bonifica completa dell’immobile, comprese le verifiche sulla vulnerabilità sismica, tornato appunto nella sua versione originale del 1932 con l’aggiunta della moderna scala mobile che collega i tre piani di cui si compone il mercato coperto. Per scoprire il destino dello spazio ora si dovrà attendere il 2 maggio, termine ultimo per la presentazione delle domande del bando indetto dal Comune di Perugia per i gestori dell’immobile. Infatti, dopo il ritiro della cordata di imprese ad agosto 2022, il Comune aveva deciso di lavorare ad un nuovo. Nuovo bando arrivato con una concessione patrimoniale di 30 anni, più dei nove più nove previsti dal primo bando – un lasso di tempo che le imprese avevano giudicato insufficiente per far quadrare i conti. Chi vincerà dovrà occuparsi degli interventi di completamento e di allestimento: i primi potranno essere scomputati dal canone per un importo massimo di 1.930.000 euro.

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