DI MARCO REGNI
PERUGIA – Il dato di ieri (che andrà analizzato anche nei prossimi giorni sotto diversi profili istituzionali, politologici e costituzionali) è interessantissimo e a mio avviso contiene la stessa radice emozionale e di “onda” che attraversò l’Umbria nel 2012.
Nel 2012 le primarie perse da Renzi di poco contro Bersani, in Umbria tutti i dirigenti di partito (proprio tutti) tutti coloro che erano presenti nelle Istituzioni (quasi tutti tranne Guasticchi, Leonelli e Gionata Moscoloni e pochi altri) erano su Bersani e si profilava un “cappotto” quasi bulgaro. Accadde l’inverso… Renzi ottenne la % fra le più alte in Italia.
Cosa c’era dietro quel voto? Una condivisione di piattaforma di valori? C’era il riformismo? C’era la convinzione sul JobsAct presentato dal prof. Ichino alla Leopolda? No.
C’era un enorme gigantesco VAFFA al PD Umbro come partito e ai suoi dirigenti. C’era il VAFFA che ha preceduto la sconfitta prima di Perugia e poi della Regione. Quelle sconfitte hanno la radice nel risultato del 26 novembre 2012 e che IL PARTITO e i dirigenti poi non hanno compreso.
Ieri non hanno votato gli “elettori o militanti del PD”. Ieri hanno votato per il VAFFA AL PD persone con idee molto diverse fra loro:
la sinistra ambientalista al 100% la sinistra storica e strutturata di Art. 1 – il movimentismo alla grillo e conte, qualcuno interessato a dare spazio al TerzoPolo, ovviamente hanno votato anche gli iscritti al PD… comunque tutti coloro che hanno votato sono accomunati da un sentimento che non è ORA VOTEREMO IL PD….il sentimento è “QUESTO PD CI HA ROTTO… E NOI VI MANDIAMO A CASA”.
Quegli elettori potranno tornare a votare i verdi, sinistra italiana, m5s, terzo polo… non è scontato che tornino a votare il PD e non è detto neanche che lo abbiano mai fatto… volevano solo dirgli VAFFA votando il candidato proposto più di ROTTURA possibile con il PD.
Nelle prossime ore e giorni per altre considerazioni su Elly e il rischio che corre (pure grande)