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Flashpolitik/ Pd, Bori svecchia la segreteria approfittando del D-day: cadono i “sempreverdi”. Terni, i leghisti confermano la rottura con Latini

SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | Il segretario regionale pronto a far spazio agli esponenti Schlein, d’intesa con la capolista Bistocchi. Attesi molti cambiamenti. A Terni i sei consiglieri incontrano il sindaco e lo attaccano: «Lui ha voluto imporre alla Lega le sue scelte»

di Marco Brunacci

PERUGIA – Flashpolitik, il d-day del Pd e la candidatura a sindaco a Terni.

Pd/1. Se Sarah Bistocchi è ormai la Schlein dell’Umbria per averci creduto e fatto una buona lista e lavorato con giovani motivati, Tommaso Bori di sicuro ha trovato il modo di massimizzare i vantaggi della vittoria della Schlein per la sua segreteria. Ormai è quasi certo che Bonaccini verrà issato alla presidenza del partito a livello nazionale e che però ci sarà un rinnovamento di nomi e strutture. A Bori il d-day del Pd consente di portare a termine quel lavoro di cambiamento della segreteria regionale che al momento è da considerare incompiuto. 

Pd/2. Quindi dopo il 12 – data dell’assemblea nazionale – si farà spazio agli esponenti della lista Schlein, ma anche alla generazione più nuova dei bonacciniani. A rischio qualche sempreverde. Atteso qualche rientro a sorpresa. Ascani-Bettarelli in ritirata. Chi non ha messo in lista per Bonaccini esponenti del Trasimeno dovrà riflettere. Presciutti e Simona Meloni al contrattacco. Il dubbio: che sarà dell’enigmatico sindaco di Magione, Chiodini? 

Centrodestra. I lettori già sanno tutto quello che c’era da sapere. Umbria7 ha seguito movimento dopo movimento, le doglie del parto per giungere a Terni a un candidato sindaco unitario della coalizione Fdi-Lega-Fi-Civici di Arcudi-Civici di Agabiti. Ora una pausa. Se queste ultime ore non portano consiglio, il dossier passerà interamente a Roma. Ma da Roma una tela già la stanno tessendo insieme con i vertici umbri. Ma ricucire quella strappata dal sindaco uscente Latini non è facile per nessuno.

Centrodestra/2. A proposito di strappi. La riunione tra sindaco Latini e i 6 consiglieri comunali leghisti decisi a non votare il bilancio del Comune e quindi far arrivare il commissario prefettizio, non sembra aver portato ad alcun risultato. Se non quello di aver permesso ai consiglieri di affermare la loro posizione: lo strappo non è stato il loro, ma quello del sindaco, che ha cercato di imporre la sua personale linea, sui fatti e sulle persone, alla Lega.

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