di Marco Brunacci
PERUGIA – Pronti: un po’ di dati sull’Umbria. Niente male. Segni di vitalità, perfino sorprendenti.
Iniziamo dal lavoro.
Ecco il report Istat sul mercato lavoro 2022.
I principali dati Umbria:
-cresce ancora l’occupazione dello 0,5%
-il tasso di inattività scende ancora dello 0,7% ed è al 30% ormai in linea con il valore pre pandemia oltre che ad essere 4,5 punti sotto la media nazionale
-la disoccupazione pur di poco (+0,4%) torna a crescere dopo gli eccezionali dati 2021 ma è sempre al suo minimo storico (ben 1,5 punti sotto il 2019) e più di un punto sotto media nazionale.
Una serie di risultati importanti, che dicono della capacità di espansione dell’economia umbra.
Dal lavoro alla demografia. Ecco il report Istat sull’Umbria 2022.
5.000 i neonati
12.000 i decessi (la alta percentuale di popolazione anziana della regione si fa sentire su questo dato)
Il risultato è un rapporto nascite/morti che il peggiore d’Italia.
Più impressionante ancora: la flessione delle nascite in Umbria va avanti ininterrottamente dal 2008.
Ma la rondine che può far primavera è un +4.000 residenti dettati dal saldo migratorio (nazionale ed internazionale composto da UE ed extra UE) dato superiore anche al 2019, che denota l’attrattività della regione la quale ha appunto attirato 4.000 residenti (su 854.000 è un bel numero) in più, il 90% UE ed extra UE ed il 10% di italiani.
Sarà questa la chiave per entrare nel futuro in una regione anziana e che non fa figli, per invertire la tendenza demografica, ovvero attirare residenti da Italia Europa e mondo?
La ricetta della presidente Tesei su questo fronte è strategica: dal bonus mamme ai vari tipi di aiuto alle famiglie al lavoro sulla forza di attrazione della regione.
Su questi elementi bisogna continuare a insistere per superare il tremendo inverno demografico umbro.