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Quali vie di pace? Se ne è parlato a Perugia con Anpi

Il dibattito e il commento di Gianfranco Maddoli e Mario Valpiana | VIDEO

R.P.

PERUGIA – “L’obiezione alla guerra in Russia e in Ucraina, quali vie di pace” il tema al centro dell’incontro promosso al centro socio-culturale di Ponte Valleceppi a Perugia da Anpi – sezione Partigiane d’Italia, mercoledì 22 marzo.

Ad aprire la discussione ella sala gremita di pubblico, Jacopo Manna (presidente Anpi Perugia), seguito da Mario Valpiana (presidente del movimento Nonviolento) che nel suo intervento ha ricordato che, nell’ambito della campagna di “Obiezione alla guerra” e della mobilitazione “Europe for peace”, il movimento ha ospitato in Italia tre esponenti di altrettanti movimenti per la pace e la nonviolenza dei paesi coinvolti nel conflitto: Kateryna Lanko (Pacifist movement – Ucraina), Darya Berg (Go by the forest – Russia) e Olga Karach (Our House – Bielorussia). Tre donne – gli uomini non possono uscire dai confini a causa della mobilitazione e del reclutamento – che rappresentano i movimenti degli obiettori di coscienza.

Gianfranco Maddoli (presidente Istituto Conestabile Piastrelli), oggi punto di riferimento per chi vuol contribuire a una evangelizzazione adeguata alla cultura contemporanea, ha espresso preoccupazione per quanto la guerra sta generando, rivolgendo a tutti coloro che avvertono viva l’esigenza del dialogo alla pace, di rendersi partecipi a intraprendere questo percorso per il raggiungimento dell’obiettivo.
Anche in Ucraina, in Russia, in Bielorussia – è emerso dal dibattito – c’è chi crede nella “nonviolenza” come possibilità di resistenza civile. Ci vuole ancora più forza per difendersi senza armi in mano, per amare la propria patria senza odiare quella altrui.

Le parole di Gianfranco Maddoli.

È stato sottolineato che in un anno di guerra sono stati commessi crimini che lasciano senza parole e si richiede il cessate il fuoco. Per questo motivo, ancor di più, necessitano dialogo e negoziati di pace per costruire un’Europa sicura e pacifica per tutti.

Con le Carovane di pace – Stop the war now – sono stati inviati aiuti umanitari alle vittime e sono state incontrate le associazioni della società civile che lavorano per il rispetto dei diritti umani. Ancora, si è parlato anche della campagna internazionale “Object war” che intende sostenere gli obiettori e i disertori affinché siano aperte le frontiere per garantire a loro protezione e asilo politico.

Le parole di Mario Valpiana.

Si stima che siano 100.000 i militari russi arruolati che rifiutano la guerra di aggressione e che 22.000 militari bielorussi abbiano lasciato il loro Paese perché non vogliono partecipare alla guerra in Ucraina: tutti coloro che hanno rifiutato il servizio rischiano di essere perseguitati a causa della loro posizione e, per risposta, l’Ucraina ha sospeso il diritto all’obiezione di coscienza e ha chiuso la frontiera a tuti gli uomini. La petizione chiede che il diritto all’obiezione di coscienza, al servizio militare, sia pienamente garantito e riconosciuto in Ucraina e in Russia.

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