PERUGIA – Comunità montane. Come diceva una vecchia reclame, basta la parola. Un nome sembra innocente ma che è stato per troppi anni sinonimo di sprechi, malgoverno e maneggiamenti politici vari. Una zavorra di cui si deve fare a meno.
Una situazione assai complessa che è stata spiegata dettagliatamente dal commissario liquidatore nominato ad hoc dalla Regione Umbria, Enrico Vagnetti. Le Comunità dei Monti Martani-Serani-Subasio, dell’Orvietano-Narnese-Amerino-Tuderte ed anche della Valnerina, con qualche difficoltà in più, lavorando celermente e al netto delle incognite insite nella liquidazione ma possono tirare un sospiro di sollievo e chiudere in pareggio.
LA SITUAZIONE
La Comunità dei Monti Martani-Serani-Subasio può contare su un avanzo di circa 5,5 milioni di euro. In attivo anche quella dell’Alta Umbria con 3,4 milioni di euro di avanzo. La Comunità dell’Orvietano-Narnese-Amerino-Tuderte ha un avanzo di circa 2 milioni di euro. Le freccette rosse iniziano a fare capolino con la Comunità Montana della Valnerina, il cui disavanzo di 200mila euro.
SPROFONDO ROSSO
Se tutte le altre Comunità Montane registrano un attivo importante a esclusione di quella della Valnerina che come abbiamo visto poco fa ha un mini deficit, la situazione è al limite del drammatico quando si analizzano le cifre della Comunità Montana del Trasimeno-Medio Tevere. La voragine è monstre: la Comunità lacustre presenta un disavanzo che farebbe rabbrividire perfino Bokassa. Il passivo è infatti pari a 19,2 (leggasi diciannove virgola due) milioni di euro. Un’eresia rispetto al bacino che ricade nell’ente.
LIBERARSENE PRESTO
La Regione Umbria vuole presto chiudere il dossier relativo alle Comunità Montane e nel corso di una conferenza stampa convocata il 29 marzo presso Palazzo Donini, sono state rese note le azioni che il governo regionale ha messo, sta mettendo o metterà in campo per liberarsi una volta per tutte di esse. All’incontro coi giornalisti hanno preso parte la presidente Donatella Tesei, il vicepresidente Roberto Morroni, il commissario liquidatore Fabrizio Vagnetti, e gli assessori alla assessori Melasecche, Fioroni e Coletto,
Trasparenza e interventi celeri, li vuole la presidente Tesei: «Al momento del mio insediamento – ha ricordato – avevamo cinque comunità montane, con cinque commissari da tempo presenti, una legge regionale che prescriveva la possibilità di una liquidazione unitaria, ma senza che si fosse intervenuti. A fine 2020 abbiamo definito la liquidazione con un unico commissario liquidatore per ricostruire il complesso quadro patrimoniale. Esattamente un anno fa, il 29 marzo 2022, nasceva così il piano di liquidazione unitario del commissario Fabrizio Vagnetti».
LA STORIA E LE DICHIARAZIONI
La presidente Tesei, a proposito della Comunità Montana Trasimeno-Medio Tevere ha richiamato al riguardo alcuni passaggi della relazione del liquidatore in cui si legge: «Vi sono evidenti difficoltà nel procedere alla riscossione dei crediti, alla vendita dei beni immobili e agli esiti dei contenziosi. Dal 2016, anno in cui è stata pignorata la Tesoreria, la Comunità montana non paga i fornitori, le rate dei finanziamenti, i legali per opporsi alle cause e recuperare i crediti. I beni della Comunità montana sono stati oggetto di trascrizione pregiudizievoli da parte dei creditori non soddisfatti, con procedure incardinate nei rispettivi Tribunali di competenza. La mancanza di una provvista liquidità non permette di opporsi in giudizio né di tentare accordi stragiudiziali».
Quello che è stato fatto in passato non basta e per questo Tesei ha premuto il piede sull’acceleratore: «Tutto ciò – ha rilevato la governatrice – nonostante alcuni interventi, più o meno condivisibili, dei governi precedenti come il trasferimento nel 2015 del personale del Trasimeno alla Comunità montana Alta Umbria, la realizzazione nel 2018, con legge, di un fondo per far fronte alle spese legate alla liquidazione e l’acquisizione di vari immobili delle Comunità montane per 6,5 milioni di euro. Non solo, pur rimanendo le liquidazioni finanziariamente separate, era stato previsto un fondo patrimoniale vincolato, in cui confluivano gli immobili eccedenti a garantire il pareggio, che potesse essere utilizzato per soddisfare i creditori della Comunità montana che versava in una situazione economico-finanziaria di disavanzo. Operazione che solleva dubbi in termini di correttezza nei confronti dei Comuni che partecipano a Comunità montane più sane e si vedrebbero sottratti alcuni beni. Il tutto però non serve se una Comunità montana non è neanche in grado di iniziare il proprio percorso di liquidazione per la propria catastrofica situazione finanziaria».
A luglio 2022, ha proseguito Tesei, pur stigmatizzando «una scellerata gestione di quella Comunità del Trasimeno e di chi gestiva allora i Comuni che la partecipavano, si sono fatte tutte le azioni possibili per evitare che proprio i Comuni che compongono la Comunità montana in questione dovessero sanare la situazione debitoria, come prescrive l’articolo 65 della legge regionale 18 del 2011, cosa che li metterebbe in grave difficoltà. Abbiamo anche oggi valutato un ultimo astratto possibile tentativo d’intervento, con la modifica dell’articolo 65 della legge regionale, ovvero la messa in disponibilità immediata di tutti i beni di tutte le Comunità montane nel fondo patrimoniale vincolato, e non solo come previsto ora degli immobili, ma anche dietro parere degli uffici, oltre che di riflessione giuridica, strategica, di opportunità, di correttezza verso i Comuni virtuosi e non ultima politica, la riteniamo non percorribile perché rischia di portar pregiudizio alla liquidazione di quattro Comunità montane, rischia di compiere un atto di dubbia legittimità e procura un ingiusto nocumento a tutti i Comuni che non appartengono alla Comunità montana del Trasimeno».
Uno dei punti di svolta è fissato per l’11 aprile prossimo: «Incontreremo i Comuni della Comunità montana del Trasimeno-Medio Tevere – ha informato Tesei – per poi incontrare successivamente anche gli altri Comuni umbri. Andremo avanti con le liquidazioni, auspicando tempi ragionevolmente brevi per la chiusura anche perché questo significherà che i singoli Comuni non dovranno più versare le quote associative, un onere ingiusto e ingiustificato poiché non usufruiscono più di servizi né di benefici dalle Comunità montane. Allo stesso tempo – ha concluso – continuiamo nella interlocuzione che ho già intrapresa nei mesi scorsi, insieme al vicepresidente Morroni, con il Governo per trovare possibili soluzioni di supporto».
E’ spettato quindi al commissario liquidatore Fabrizio Vagnetti ripercorrere gli aspetti salienti del lavoro portato avanti dal momento della sua nomina, fra cui l’aggiornamento dei valori immobiliari del patrimonio immobiliare delle Comunità montane, fermi al 2012, la trasformazione in locazioni dei comodati d’uso gratuito di beni immobili ad altri Enti, soffermandosi in particolare sulla situazione della Comunità montana del Trasimeno «la cui liquidazione è congelata a causa della mancanza della liquidità necessaria che impedisce ogni operazione».
Vagnetti ha fatto sapere che i principali creditori della Comunità montana «circa il 90 per cento sono Cassa Depositi e Prestiti e istituti di credito, per il resto fornitori privati e, parte dolente, l’accantonamento del Tfr degli operai forestali». Una criticità, ha proseguito il commissario «già emersa al momento della messa in liquidazione, il cui naturale percorso sarebbe stato di chiudere in favore dell’Unione dei Comuni, ma l’Umbria è stata atipica rispetto alle altre Regioni. Iniziato il percorso si è rimasti però nel limbo, pur cercando in qualche modo una via di uscita per ripianare i debiti con la modifica nel 2018 alla legge regionale del 2011 con cui è stato introdotto il fondo patrimoniale vincolato nel quale confluiscono i beni residui dopo la liquidazione». C’è una flebile speranza perché attingendo a questo fondo, per la Comunità montana Trasimeno-Medio Tevere si stima comunque un disavanzo di circa 8 milioni di euro.
Come ha sottolineato il vicepresidente della Regione, Roberto Morroni: «La Giunta regionale ha inteso dare un’accelerazione alla chiusura di questo spinoso dossier, che si trascinava da anni, uno dei tanti dossier che ha richiesto molte energie a questo esecutivo, impegnato in una strenua azione di risanamento e di rilancio. La situazione delle Comunità montane è diversificata, con quattro che presentano situazioni positive e una con un deficit molto pesante. Una asimmetria sul profilo finanziario che è frutto di comportamenti e scelte politiche molto opinabili, con chiare responsabilità».
La giunta regionale, ha concluso Morroni, ha creato «tutte le condizioni per mettere la parola fine a questa situazione, un percorso che condivideremo con tutti i Comuni interessati».