in

Amanda Rosi, artista ternana protagonista al ‘Venice experimental video and performing art festival’. Negli scatti anche Nico Cipiccia e il suo outfit

L’artista presenta ‘Ologrammi’. Ecco chi è. FOTOGALLERY

TERNI – L’artista ternana Amanda Rosi protagonista al ‘Venice experimental video and performing art festival’.

Si tratta del festival di videoarte e performance. Amanda è presente con la sua opera video ‘Ologrammi’. Nell’opera compare, tra gli altri, anche il noto personaggio ternano Nico Cipiccia.

«Sono un’artista visiva- spiega – la cui produzione è incentrata sulla fotografia – in particolar modo sulla

fotografia di nudo – e più recentemente su opere di video art.

Nasco come fotografa professionista diplomata all’Accademia di Belle Arti, ma ho sempre

utilizzato la fotografia esclusivamente come mezzo di espressione artistica.

Le mie foto sono nudi e ritratti, realizzati fondendo insieme diverse tecniche digitali e analogiche.

Dal 2010 ad oggi ho partecipato a diverse collettive e realizzato anche una mostra personale.

Dal 2020 ho iniziato a creare anche opere video, legate concettualmente alle mie serie fotografiche, che spaziano dalla pura videoarte sperimentale, alla parodia degli spot pubblicitari vintage e alla finta intervista.

Dal 2019 ho una mia agenzia di web marketing, Meta Digitale, con la quale cerco di creare un connubio tra marketing e produzione artistica, mettendo strategie e servizi digitali, a disposizione anche di altri creativi».

PARTECIPAZIONE AL FESTIVAL CON L’OPERA “OLOGRAMMI”

«Sono stata selezionata con la mia opera video “Ologrammi”, per partecipare al “Venice

Experimental Video and Performing Art Festival”, un festival dedicato alla video art e alla

performance art, in cui artisti provenienti da diverse parti del mondo, presentano uno dei loro lavori, nell’ambito di queste due forme d’arte. Il festival si svolge a Venezia, presso lo storico Palazzo Albrizzi Capello e fa parte delle manifestazioni culturali che si svolgono in questi giorni, durante il biennale di Architettura.

Ologrammi è appunto un’opera di video art di 7 minuti che ho finito di montare a marzo

2023.

Si tratta di una fusione tra video girati in digitale ma con effetto super8, e una serie fotografica composta tutta da polaroid analogiche ottenute con pellicola originale. Materiale che ha richiesto un anno e mezzo di lavoro».

DI COSA “TRATTA” OLOGRAMMI

«Potrei descrivere la mia opera “Ologrammi” come un viaggio tra onirico e concettuale.

E’ un po’ la rappresentazione di quell’ultimo sogno che si fa all’alba prima di riprendere coscienza, e che al risveglio rimane addosso più vero della realtà, ma solo per qualche ora.

Quelle persone e quei luoghi che nel sogno sono così veri e al risveglio scompaiono, come potrebbero essere rappresentati se non come degli ologrammi?

Nell’opera c’è anche il racconto personale di come la creatività e l’ispirazione di un artista, siano legate alla ricerca della propria identità, al bisogno di comunicare, ai luoghi e alle persone che ci hanno segnato umanamente».

PARTECIPAZIONE DI NICO CIPICCIA

«Tendo sempre a utilizzare come soggetti dei miei lavori, persone creative e altri artisti.

Conoscevo Nico da tempo e apprezzavo molto il gesto artistico delle sue sfilate con i suoi

particolari outfit, così ho deciso di inserirlo nella serie di polaroid presenti nel video.

Ho lavorato talmente bene con lui che ho poi deciso di sfruttare la sua espressività anche per dei ritratti molto diversi dallo stile scintillante con cui siamo abituati a vederlo, ritratti che ho inserito nel montaggio della parte più “poetica” di Ologrammi».

PRECISAZIONE

«Per precisare cosa intendo quando faccio un appello alla “disobbedienza civile artistica”,

l’artista deve essere un esempio di libertà, non piegarsi alle logiche del mercato dell’arte.

Il “mondo dell’arte” è popolato da una stragrande maggioranza di individui per i quali l’amore

per l’arte è l’ultimo “motore” d’azione. Gli artisti devono decidere se vogliono o no piegarsi a

un sistema che guarda alla finanza o rimanere liberi e mettere al centro il proprio bisogno di creare e di comunicare, non quello di vendere o di (s)vendersi.

Ci sono infinite strategie e modalità che possono essere percorse per promuoversi, e abbracciare quest’ottica può creare un nuovo mondo dell’arte in cui la volontà dell’artista è al centro».

Trasformiamo il futuro: in Umbria si marcia uniti per la pace

La pioggia aiuta poco il Trasimeno, l’indice di profondità resta fisso a 90 sotto lo zero idrometrico