AR. SOR.
PERUGIA – «Gli animali vengono ridotti a burattini e schiavi per tutta la vita, fino alla loro morte». L’attivista Laleh Rashtian parla così ai microfoni di Umbria7 riguardo il circo degli animali che tra le varie tappe è arrivato anche a Perugia. Un’attività economica, di una storica famiglia di circensi e chiaramente con tutte le autorizzazioni necessarie, ma che spesso si trova osteggiata per la presenza di animali negli spettacoli.
Come fa Laleh: il motto che porta avanti da anni è quello del «non fare agli altri ciò che non vorresti essere fatto a te», motivo per il quale si dichiara contro lo sfruttamento degli animali, schierandosi dalla loro parte, convinta che la vita nel circo non sia tollerabile. «Gli animali non umani hanno il diritto di vivere in libertà e invece vengono sottratti dalla loro terra d’origine e dalle loro mamme per poi passare una vita di prigionia, di botte e torture per far divertire un pubblico di imbecilli». E così, l’attivista antispecista, vegan da 24, porta avanti così la sua battaglia: «Non c’è nessuno qui che sente dentro questo grido di rivolta, per me parte da dentro: voglio combattere contro le ingiustizie».
Il circo – atteso come sempre a Perugia – sarà in città nel mese di maggio e lei si accorta dell’evento dalle locandine affisse in città: «Ho visto circa 300 locandine, hanno riempito tutta via Gallenga e via Cortonese, le ho viste su pali della luce e sui bidoni, oltre i manifesti con il timbro comunale».
Già in passato Laleh Rashtian aveva protestato contro lo sfruttamento degli animali. Come ad esempio, contro la Corsa del gallo, protesta che aveva raccolto oltre 20mila firme contro la manifestazione di Strozzacapponi, una frazione di Perugia. Ma che le aveva anche fatto scattare una denuncia per manifestazione non autorizzata e sequestro di megafono e catena. Tanti i presidi fatti nel corso degli anni. «È una vergogna, il circo è un lager di tortura, gli animali vivono una vita da inferno. E vengono schiavizzati così da animali umani che si crede superiori a tutto e tutti. Questo è l’antropocentrismo, basta utilizzare gli animali per i propri scopi personali. Questa è la forma più vile di schiavitù».
Intanto Perugia si è svegliata martedì mattina con i manifesti del circo imbrattati, riempiti di insulti e strappati come dimostrano le foto.



