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Consiglio senza telecamere, l’ex presidente Ferranti spiega il regolamento a Francescangeli. «Modo indemocratico»

Bacchettate contro l’annuncio dell’esponente di Ap: «Dichiarazioni gravissime che meriterebbero un’altra mozione di revoca». La replica

r.p.

TERNI – «Il presidente non può in alcun caso fare quanto ha dichiarato». Parole precise e dure quelle con cui Francesco Maria Ferranti, ex presidente del consiglio comunale, bacchetta l’attuale vertice dell’aula consiliare Sara Francescangeli che ha stabilito di prevedere un’autorizzazione per l’accesso delle telecamere durante i lavori del consiglio.

Un richiamo al regolamento del consiglio comunale vigente interpretato in maniera stringente, che però il precedente presidente spiega così: «Non può preventivamente impedire alla stampa di seguire i lavori dell’aula – dice Ferranti, richiamando i commi 3 e 4 dell’articolo 80 del regolamento -. Può al massimo chiedere che le testate giornalistiche che intendessero accedere ai lavori del consiglio, inviassero comunicazione alla presidenza».
E dopo la norma, arriva la stoccata: «Le dichiarazioni rilasciate da chi oggi svolge quel ruolo sono quelle peraltro a mio avviso imposte da altra figura che è regista di questa macchina non democratica (e non è il sindaco) indicano la palese volontà di spegnere i riflettori dei media su ciò che avviene in quel palazzo che in frequente assenza del sindaco è gestito in modo indemocratico e irrispettoso di norme e regolamenti (lo ripeto non dal sindaco)». E ancora: «Dichiarazioni gravissime che meriterebbero un altra mozione di revoca poiché irrispettose di ogni principio democratico e del ruolo di garanzia anche della stampa».
Ferranti non si ferma e commenta anche il tentativo di conciliazione successivo, dopo le polemiche: «Le dichiarazioni nel servizio Rai sono lì a imperitura memoria, gli aggiustamenti comunicativi sono successivi, una toppa peggiore del buco. La verità è semplice: un presidente che era assessore di Latini alla municipale, per un brevissimo periodo e che in quei brevi 3 mesi salì agli onori della cronaca per aver sgridato a mezzo stampa il Prefetto di allora che non le riservò un posto in prima fila alle celebrazioni del 4 novembre».

Bacchettate a cui, a stretto giro, risponde proprio la presidente Francescangeli, che parla di «teatro dell’assurdo» e «opera di Pirandello»: «Il regolamento comunale, per quanto vetusto, anacronistico e non perfetto, fin tanto che non sarà modificato dall’organo deputato a farlo, il Consiglio, va semplicemente e correttamente applicato. Rispetto alle esigenze ed alle necessità della città è paradossale costruire un notizia e discuterne per giorni, dando voce a tutti i giuristi “da web”, impegnando tempo che sarebbe prezioso per altre e più costruttive attività, per il fatto che il Presidente del consiglio comunale ha dichiarato di voler fedelmente applicare il regolamento». «Rispetto alle norme, non trova pregio giuridico neanche l’eccezione del “non si è mai fatto”», spiega Francescangeli. Che attacca: «Non tutte le consuetudini di chi mi ha preceduto, infatti, (ed, incidentalmente, invito caldamente a cessare la campagna diffamatoria in tal senso), sono in linea con le disposizioni normative. Che tutto questo girare a vuoto su tecnicismi che, peraltro, non si conoscono, sia sotteso dalla necessità di distogliere l’attenzione della città da quelli che sono i reali problemi della comunità? Andiamo avanti».

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