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Il consiglio comunale è in mano ad Alternativa Democratica

Fusione politica tra Ap e Pd: sono loro a dettare legge in aula

TERNI – Un rullo compressore, come se non bastasse il mega gruppo di venti consiglieri di Alternativa popolare. Lunedì 11 settembre, l’aula del consiglio comunale è stata egemonizzata dall’alleanza Ap e Partito democratico. Francesco Filipponi, il capogruppo dei Dem, ad alzare la palla, e Guido Verdecchia, il suo omologo di Ap, a schiacciarla. A Fratelli d’Italia e a Forza Italia, non è restato che guardare la partita. Perché in campo non ce n’è stato per nessuno. L’amore tra la formazione politica di Stefano Bandecchi e i Dem era andato in onda streaming già al question time di qualche giorno fa, con Filipponi ad interrogare la giunta e il sindaco Stefano Bandecchi a rispondere in prima persona dando spesso ragione alle istanze del Pd. Lunedì 11, in consiglio Bandecchi non c’era, ma ci ha pensato il vice sindaco Riccardo Corridore a farsi regista dell’intesa con i Dem. Un abbraccio che non ha lasciato scampo a nessuno e che ha dettato la linea sia sulle problematiche dell’ex Fabbrica d’Armi che sul Santa Maria di Terni.

Ap e Pd hanno votato insieme atti di indirizzo che chiamano in causa il governo nazionale per quanto riguarda lo stabilimento di manutenzione delle armi leggere e il governo regionale per quanto riguarda le sorti del Santa Maria, In entrambi i casi Ap e Pd chiedono che gli organici dell’ex Fabbrica d’ Armi e dell’Azienda ospedaliera siano rimpolpati. Il governo nazionale e la Regione devono fare la loro parte. Il partito di Bandecchi e i Dem si ergono a paladini degli interessi di Terni con i consiglieri comunali del centrodestra in difficoltà a difendere l’operato dei governi Meloni e Tesei. Il duo Ap – Pd si è presentato unito anche per chiedere, con un atto d’indirizzo, che i consiglieri comunali si sottopongano volontariamente ai test antidroga. L’amore sbocciato tra il rude Bandecchi i politicamente corretti Dem va avanti da settimane. La prima tappa è stato l’accordo che dovrà essere messo in campo a breve per il governo del Servizio idrico integrato. Il grande appuntamento, poi, sono le elezioni provinciali. Quelle dirette, con gli elettori chiamati a votare i vertici della Provincia di Terni. Uno scenario annunciato dal ministro Salvini ma poi ridimensionato dalla premier Meloni che nelle ultime ore ha detto che non ci sono risorse per ripristinare le Provincie. Come matrimonio consolatore, Ap e Pd potrebbero utilizzare le cosiddette provinciali indirette, con i rappresentanti dei vari comuni chiamati a votare il nuovo numero uno dell’Ente. In questa elezione indiretta l’alleanza tra Ap e Pd potrebbe portare ad una maggioranza in grado di emarginare il centrodestra. Stefano Bandecchi offrirebbe le “quote” del Comune di Terni. I Dem quelle di una serie di piccoli comuni della provincia di Terni. Il presidente dovrebbe essere un esponente di Ap mentre la giunta provinciale dovrebbe essere caratterizzata dai Dem.

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