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«Il Verdi non può essere da formula uno e da rally»

Tommaso Onofri: «È l’ uso che fa il tipo di contenitore»

TERNI – Il dibattito sul Verdi continua ad appassionare la città. Terni continua a chiedersi come dovrebbe essere il suo Teatro.  Fermo restando che questo è già stato deciso: lo ha fatto la giunta Latini, che ha promosso e concluso un bando europeo di progettazione mettendo in campo tutte le procedure per l’ apertura del primo cantiere.

Eppure il confronto tra chi vuole il Verdi degli antichi fasti del Poletti, tra chi considera sepolta quell’ epoca e chi chiede di prendere atto che la stessa classicità è stata a suo tempo generata da una modernità, prosegue.

A questi tre filoni se ne aggiunge  un quarto: la destinazione d’uso dovrebbe fare il progetto. «Un Teatro comunale non può essere progettato da un architetto ma dalla comunità che deve dare indicazioni precise di come quel teatro deve essere utilizzato», introduce Tommaso Onofri. Onofri, tra i fondatori del Progetto Mandela, che di teatri, di produzioni teatrali e di molto altro, s’intende, dice:  «Sarebbe come chiedere a Pinifarina di progettare un’auto senza dirgli se dovrà fare F1, rally, sfilate di auto storiche. E’ come chiedere ad Armani di disegnare il frac di Silvan. Il frac di Silvan non è un vestito. E’ una “Macchina piena di trucchi”».

Per Tommaso Onofri bisogna anzitutto stabilire se si farà teatro di produzione o teatro di ospitalità. «Se si fa teatro di produzione bisogna garantire soldi per poi poter produrre. Se si fa di ospitalità bisogna garantire un palcoscenico che permetta di ospitare al meglio ciò che gira in Italia. prosa, balletto,  concerti di qualità – per gli altri ci sono gli stadi-  e solo in ultimo “lirica” . La lirica di qualità costa troppi soldi per una città come Terni. Tra orchestra cantanti e coro sono minimo cento persone e necessitano di boccascena di almeno 18 metri, cosa che né il  vecchio Verdi  né quello di  Poletti potrebbe avere. Invece nel caso di lirica “concertata” va bene sia il Poletti sia il vecchio Verdi. Perciò, prima si decide che motore siamo in grado di garantire (i motori potenti consumano molto) poi si stabilisce la prevalenza tra produzione e ospitalità. Poi si decide la prevalenza tra generi. Prosa?…Balletto?…Musica? …Di tutto un pò?.. Una volta fatta chiarezza, e solo dopo averla fatta,   si chiama un architetto per fare un Vestito intorno ad un motore ed un Telaio che Tecnici e direttori artistici hanno Indicato. Tutto il resto è tempo e soldi buttati via».

Infine sbotta:  «Poi Datemi un teatro prima Possibile….ho lavorato in 400 teatri in Italia e all’estero…Io li so usare al meglio comunque siano stati progettati. Se qualcuno vuole fare un dibattito pubblico, a disposizione. Ma ci si presenta…. Chi Sono. A Nome di Chi Parlo….Con che Competenza Parlo. Perché, come ormai il sindaco Bandecchi ha sdoganato come linguaggio”Mi sono Rotto i Co*** dei dilettanti”»

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