In Italia si strapaga l’elettricità. Decisiva per Ast l’intesa sul costo dell’energia

L’acciaio italiano penalizzato rispetto a tutti gli altri. Per questo, per il rilancio di Terni, insieme all’accordo di programma, serve l’accordo con Enel

M.Brun.

TERNI – Se qualcuno pensava che la questione del costo dell’energia, come anticipato giorni fa da Umbria7, non fosse centrale per il rilancio dell’Ast e quindi di Terni, eccolo accontentato.
Un’azienda energivora, anzi energivora per eccellenza come un’acciaieria e un gruppo siderurgico, in Italia paga un pegno straordinario al costo finale dell’elettricità.

Considerando che aziende e gruppi che lavorano in questo settore hanno il mondo come riferimento e una concorrenza solo internazionale, ecco che l’allarme suona forte e chiaro.
Come ha scritto qualche giorno Umbria7, se si decide una volta per tutte di smettere di navigare nel mare della chiacchiere, di nuotare tra le onde di fuffa, si capisce che il futuro di Terni è tutto qui.
Accordo di programma per l’Ast, che, a questo punto, ha solo bisogno dell’ultimo visto della Commissione europea, e intesa con Enel, in una trattativa che non può che coinvolgere Regione e Ministeri, per evitare che l’acciaio italiano venga penalizzato nel mondo, nonostante sia di qualità altrove sconosciuta.
Dal combinato disposto del via libera – scontato o quasi – della UE all’Accordo di programma (800 milioni.di investimenti da parte del Gruppo Arvedi su Terni, più 300 pubblici) e un’intesa realistica, ma con una prospettiva di sviluppo internazionale, sul costo dell’energia, può finalmente uscire per Terni, ma anche per tutta l’Umbria, un interessante futuro anche per le prossime generazioni.

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