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Accordo miliardario per Terni, ecco l’ultimo step. Ma ora si apre il dossier sul caro energia

SPOTLIGHT di MARCO BRUNACCI | Il Governo ha dato il via libera, resta il passaggio alla Commissione europea. Il tema dell’uso dell’idrogeno della decarbonizzazione. Il decisivo tavolo con Enel

di Marco Brunacci

TERNI – È come si fosse mosso un transatlantico, lentamente, ma finalmente, senza alcun’altra esitazione, verso l’imboccatura del porto, per prendere il largo. E stavolta è qualcosa che non naviga nel mare di chiacchiere che ha sommerso da settimane la povera Terni.

Parliamo dell’Accordo di programma tra Ast e Governo italiano che porterà un miliardo e 100 milioni (800 privati, 300 pubblici) a Terni, tutti investiti in un unico sito produttivo e nella città che lo ospita. Una svolta per l’economia di un’intera area del centro Italia.
Ast insieme alla Regione, il cavalier Arvedi e Tesei direttamente protagonisti, hanno portato sul tavolo del Governo nazionale (due i ministri direttamente interessati, Urso e Pichetto Fratin) il dossier completo, con progetti, richieste e prospettive. Il Governo ha detto sì a tutto.
La fase uno, quella più delicata, è completata. Il dossier è ora analizzato dalla Commissione europea. Sarà Bruxelles a dare il definitivo assenso, ma ormai l’iter sembra segnato.
Davanti ai Bandecchi express che deragliano in stazione, alle proposte squinternate di bonifica o di Piani immaginifici, ecco che Terni torna sulla terra delle concretezze e può attendere che si apra una stagione diversa.
Per la sola bonifica ambientale vengono stanziati 100 milioni, per il sito produttivo ci sono innovazioni che ne faranno un punto di riferimento internazionale. Non più l’inox di qualità da esportare nei Paesi incapaci di una produzione di quel livello, ma una realtà produttiva al top (c’è anche il ritorno del fondamentale lamierino magnetico) che ha come competitor i cinesi, gli indiani, i coreani.
Un sito dentro un gruppo che con ogni ragionevolezza si troverà nella necessità di crescere ancora, all’interno di un disegno strategico da definire insieme alle massime autorità del Paese ed europee.
Per Terni e per l’Umbria ecco un futuro che vale la pena attendere, anche perché da qui possono scaturire occasioni nuove, finora non realizzabili, anche per l’indotto, a tutti i livelli.

Naturalmente restano questioni aperte. Con l’Europa c’è un potenziale contenzioso su quanto idrogeno verrà impiegato per la decarbonizzazione. Ma nessuno pensa che una percentuale piuttosto di un’altra possa diventare un impedimento a un intervento privato-pubblico di queste dimensioni e di questa importanza, anche strategica.
Invece ci si sta disponendo ad attendere le decisioni di Bruxelles senza fretta ma senza neppure ansie. Al massimo ci sarà qualche modesta modifica da apportare al Piano.
Piuttosto il passaggio successivo che già mette adrenalina ai protagonisti e comunque prevede una negoziazione attenta. Riguarda l’energia e il suo costo. Per un’acciaieria come Ast si tratta di scelte dirimenti. L’interlocutore qui è l’Enel ma Regione e Governo italiano tornano protagonisti in questa delicatissima partita.
Abbiamo detto che Ast, dentro al gruppo Arvedi, diventa player internazionale che deve essere pronto ad affrontare una concorrenza planetaria.
Non sfugge a nessuno, anche se spesso in Europa fanno finta di niente, che le regole in altri Paesi, prime fra tutte India e Cina, sono assai meno stringenti e di sicuro meno gravose per le aziende produttrici, con le inevitabili conseguenze sul prezzo del prodotto.
Ma il costo dell’energia, che si attende in Italia in ulteriore rialzo in autunno, fa una differenza tale da essere in grado di mettere fuori mercato una produzione e il relativo produttore.
Ecco perchè il transatlantico che faticosamente si è messo in movimento e che sta sta uscendo dal porto per seguire una gran bella rotta e che ha tutte le caratteristiche per affrontare al meglio il mare aperto, deve però risolvere – insieme con l’ultimo passaggio alla Commissione Ue – anche quello del costo dell’energia.
Su questa trattativa devono fin da subito mettere il massimo impegno i governi nazionale e regionale. Qui non si tratta di navigare nel mare delle chiacchiere, ma definire obiettivi per decenni.

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