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La predella di Perugino torna a San Pietro dopo 226 anni. A Perugia una straordinaria scoperta durante l’allestimento

Mai nessuno, dalle requisizioni napoleoniche del Settecento, era riuscito a comporre la Pala come è avvenuto oggi. La curatrice: «Ricostruita la sequenza narrativa di esposizione. Gli scomparti rimarranno così anche quando torneranno al Musée des Beaux-Arts di Rouen | L’INTERVISTA

di Cristiana Mapelli

PERUGIA – Un sogno che si avvera nell’anno del Cinquecentenario dalla morte di Pietro Vannucci. Il Perugino di San Pietro torna per la prima volta a casa, dopo 226 anni, nel complesso monumentale in Borgo XX Giugno, a Perugia, in una straordinaria mostra che verrà aperta al pubblico lunedì 2 ottobre. «Volevamo quanto più possibile portare a casa della pala di San Pietro di Perugino – ha detto la curatrice della mostra Laura Teza, professoressa associata di Storia dell’arte moderna dell’ateneo di Perugia – . Un’opera ricca e imponente».

E il risultato della mostra “Il Perugino di San Pietro” è stato di riportarne solo una parte, ma molto significativa. Tanto che mai nessuno, dalle requisizioni napoleoniche del Settecento, era riuscito a comporre la Pala come è avvenuto oggi a Perugia. Una sfida resa possibile, come si è più volte detto in conferenza stampa, ad un concorso corale. La ricomposizione della grandiosa tavola che ornava l’abside della basilica di San Pietro. La predella che riunisce undici prezzi provenienti da vari musei internazionali: quello di Musée des Beaux-Arts di Rouen, tre provenienti dalla pinacotecaVaticana e le cinque dalla sagrestia di San Pietro a Perugia.

 CURIOSITÀ

«Una notevole acquisizione scientifica – ha spiegato Teza – è stato ricostruire l’ordine dei grandi scomparti figurati che ora stanno a Rouen esposti secondo la sequenza narrativa naturale, e quindi Adorazione dei Magi, battesimo e Resurrezione. Grazie ad uno studio interdisciplinare abbiamo individuato che al centro c’era la Resurrezione di Cristo, posta immediatamente sotto la grande Ascensione di Perugino ora a Lione». Quando gli scomparti torneranno al Musée des Beaux-Arts di Rouen ora avranno questo nuovo ordine, nel rispetto delle origini.

E poi c’è la certezza, o quasi, di rivedere qui la mano di Raffaello. «Alcuni dei disegni prepartaori per questa predella, infatti – ha aggiunto la curatrice – sono del giovane Raffaello che doveva esercitarsi nella bottega di Perugino».

LA MOSTRA

In programma fino a domenica 7 gennaio nella Galleria Tesori d’Arte di San Pietro, l’iniziativa riporta in città una parte importante della grande opera che Perugino aveva dipinto per la vicina basilica, ed è promossa dalla Fondazione per l’Istruzione Agraria e dall’Università degli Studi di Perugia, con il contributo del Comitato promotore delle celebrazioni per il quinto centenario della morte del pittore Pietro Vannucci detto “il Perugino”, main sponsor Brunello Cucinelli spa, il sostegno del GAL Media Valle del Tevere.

La mostra, curata da Laura Teza, professoressa associata di Storia dell’Arte moderna dell’Università degli Studi di Perugia, è realizzata con il Musée des Beaux-Arts di Rouen e i Musei Vaticani, il patrocinio della Regione Umbria, del Comune di Perugia, dell’Ambasciata di Francia, il Consolato Onorario di Francia a Perugia, e la collaborazione di Isola San Lorenzo, Comune di Città della Pieve e Fondazione Ranieri di Sorbello.

Laura Teza, curatrice della mostra “Il Perugino di San Pietro” a Perugia
LA STORIA DELL’OPERA

Nel 1495 i monaci benedettini della basilica di San Pietro ordinarono a Pietro Vannucci, per il loro altare maggiore, una grandiosa Ascensione di Cristo, coronata da un Eterno benedicente con alla base una predella con 11 scomparti, raffiguranti al centro l’Adorazione dei Magi, la Resurrezione e il Battesimo, e ai lati 6 santi benedettini e i due protettori di Perugia, san Costanzo e sant’Ercolano. Racchiusa da una specie di armadio aperto che la proteggeva e che aveva alla sua sommità due grandi tondi con profeti, l’opera costituiva un vanto della città e del territorio per la sua complessità e bellezza. La gigantesca macchina fu smontata alla fine del Cinquecento e poi, nel 1797, emigrò con le requisizioni napoleoniche e fu trasferita prima a Parigi e poi frazionata e dispersa in vari musei francesi. Ora la grande Ascensione si trova a Lione, la predella nel museo di Rouen, i due Profeti a Nantes, tre santi benedettini alla Pinacoteca Vaticana mentre cinque sono rimasti nella sacrestia di San Pietro a Perugia.

Alla mostra Il Perugino di San Pietro verranno per la prima volta riunificati tutti e undici gli scomparti della predella: l’Adorazione dei Magi, la Resurrezione e il Battesimo vengono dal Museo di Rouen, e sono tra i dipinti più spettacolari dell’intera carriera di Perugino, con colori, una resa delle forme e del paesaggio, sorprendenti per luminosità e modernità.

IL RESTAURO

I tre santi benedettini sono stati restaurati per l’occasione nei Laboratori di Restauro della Pinacoteca Vaticana, recuperando una luminosità e un’armonia di gamme cromatiche che si pensava perduta. I cinque rimasti a Perugia sono stati riesaminati e sottoposti ad indagini da parte del Laboratorio di Diagnostica dei Beni Culturali della Regione Umbria di Spoleto.

Lo studio interdisciplinare, con il gruppo di lavoro delle professoresse Valeria Menchetelli e Francesca Funis del Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell’Università degli Studi di Perugia, ha prodotto uno studio di ricostruzione digitale della grande macchina d’altare che era collocata nell’abside, cioè nella zona dietro l’attuale altare. Chi entrava in Chiesa poteva godersi il grande spettacolo dell’Ascensione di Cristo in pieno svolgimento difronte ai suoi occhi.

Saranno poi esposti in mostra i contratti che regolarono la trattativa tra i monaci di San Pietro e il pittore per quest’opera, pagata la stratosferica cifra di 560 ducati d’oro, e le copie che di questa predella fece il noto pittore seicentesco Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato, che lavorò per un importante abate di San Pietro, dom Leone Pavoni, a testimonianza del grande valore attribuito a queste opere capitali del Rinascimento italiano.

INFO

Dove: Galleria Tesori d’Arte, Complesso monumentale di San Pietro, in borgo XX Giugno, n. 74 a Perugia.

Quando: dal 2 ottobre al 7 gennaio 2023, tutti i giorni in orario 10 –13 / 16 -19.

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